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Cronaca Cerveteri

Cerveteri: una centrale biogas nel cuore del patrimonio dell'Unesco

Da martedì 50 camion hanno dato il via ai lavori. I cittadini di Cerveteri e l'intero territorio non ci stanno: "A rischio la salute pubblica"

Un impianto di produzione di energia elettrica di potenza pari a 1 megawatt a cui la Provincia di Roma ha detto sì già nel 2011 affidandone i lavori di realizzazione a Pian della Carlotta, località Sasso (Cerveteri), alla Società Cofir srl. È questo il mostro con cui Cerveteri e zone limitrofe si stanno trovando a lottare da mesi. Una lotta che si è intensificata nelle ultime settimane a causa della partenza dei lavori per la realizzazione di quella centrale a biogas che nessuno sul territorio vuole. E che non voleva nemmeno la precedente amministrazione guidata dal sindaco Gino Ciogli.

Amministrazione che, secondo il nuovo sindaco della città cervetrana, Alessio Pascucci “nonostante si sia pronunciata in modo sfavorevole al progetto, non ha presentato al Giudice alcun ricorso nei termini previsti dalla legge”. E ora, nonostante quel no ribadito a gran voce dal territorio, la centrale a biogas sembra cosa fatta. Da martedì infatti, 50 camion al giorno fanno avanti e indietro su una piccola strada provinciale, accanto a un borgo territoriale dichiarato patrimonio dell’Unesco, “per costruire una centrale – spiegano dal Comitato TerraNostra – che sorgerà a 87 metri dalla casa più vicina”.

E ad oggi non sembrano essere servite a nulla nemmeno le irregolarità e i vizi procedurali riscontrati sul progetto dall’amministrazione Pascucci e dai Comitati impegnati a fermarne la realizzazione. “Né la Asl né l’Arpa furono coinvolte nelle procedure – spiega il primo cittadino – a questo si aggiunge il fatto che anche la Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici del Lazio ha sollevato diverse eccezioni come l’esistenza di vincoli ZPS, PAI, idrogeologici e paesaggistici”. Tutti motivi per cui il Comune di Cerveteri già il 29 maggio ha scritto alla Provincia di Roma “per chiedere l’annullamento delle Determinazioni dirigenziali riguardanti questo progetto e la sospensione dei lavori”.

Ma a quanto pare i provvedimenti presi dal primo cittadino Alessio Pascucci non sembrano essere sufficienti. Non  lo sono per il presidente dei Verdi Lazio Nando Bonessio che ha espressamente chiesto a Pascucci di “esercitare i poteri che gli sono conferiti dal Regio Decreto 1265 del 1934, in particolare quelli previsti dall’articolo 216 e 217 per tutelare la salute pubblica e fermare così la realizzazione dell’impianto a biogas”.

Ma la salute pubblica è solo uno dei tanti motivi per cui la creazione di una centrale a Pian della Carlotta (territorio confinante con Santa Marinella e Tolfa) va fermato. “La possibile conversione di terreni, oggi a vocazione agricola, in terreni per la produzione di biomassa per la centrale” provocherebbe la “perdita di produzione agricola, biodiversità e fertilità dei terreni stessi per decine di anni”. E ancora: “I vincoli archeologici esistenti in zona, e la vocazione turistica che risulterebbe gravemente compromessa dalla presenza di una centrale. La presenza di numerose falde acquifere, i possibili cattivi odori emessi e le possibili conseguenze sugli allevamenti animali (come emerso in altri documenti)”. Ma a quanto pare il Regio Decreto invocato da Bonessio “non può essere utilizzato”. Così spiega il sindaco Pascucci che al fianco di comitati, organizzazioni e cittadini sta studiando il modo per fermare la nascita della centrale. E per farlo si sono dati appuntamento questa mattina alle 10 alla piazza centrale del Sasso.

Tre i motivi politici fondamentali messi in evidenza dal Coordinamento Rifiuti Zero  per il Lazio: “Cercare di riprendere in mano la situazione creata dalla latitanza della scorsa amministrazione di Cerveteri che ha fatto ricorso. L’atteggiamento arrogante di Civita alla Provincia di Roma, sulla testa dei cittadini. Colpire una biogas per evitarne 500, altrimenti rischieremo di avere il Lazio invaso da “mini-impianti”. Intanto a proporre una “concreta e immediata soluzione” è Roberto Menasci, residente del Sasso: “Si tratta di collocare le segnaletiche di divieto di transito per i mezzi di peso superiore a 5 tonnellate (in quanto i camion utilizzati, sia per la costruzione del sito e i seguenti trasporti di biomasse, superano di sicuro le 10 tonnellate). Non mi si venga a dire che tale ordinanza non possa essere emanata dalla Giunta comunale perché non è vero, dal momento che via Pian della Carlotta ricade nel comune di Cerveteri e di conseguenza per ogni decisione di viabilità rimane sovrano il nostro sindaco Alessio Pascucci”.

E ad esprimere preoccupazione per la realizzazione della centrale a biogas nei pressi di Cerveteri e il “vicino” di casa, il comune di Tolfa. Il sindaco Luigi Landi e il presidente dell’Università Agraria di Tolfa Valerio Finori ritengono fuori luogo realizzare una iniziativa del genere sul confine territoriale senza prendere in considerazione quelli che sono i programmi e gli indirizzi politici delle amministrazioni locali. “Ancora una volta la Provincia di Roma – si legge nella nota – ha dato prova di una scarsa sensibilità e di poca considerazione del territorio dei monti della Tolfa che invece rappresenta un’area a vocazione turistica e ambientale. Gli stessi fanno presente che a poche centinaia di metri stanno portando avanti un progetto per la creazione di una fattoria sociale di interesse regionale che rientra in un processo di sviluppo sostenibile e di valorizzazione del patrimonio agricolo”.

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