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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Il reddito di cittadinanza ad una donna del clan Casamonica: è proprietaria di una palestra

Sono stati i carabinieri ad accertare la truffa ai danni dello stato operata dalla donna elemento di spicco della famiglia romana

Titolare di una palestra del valore di 250mila euro percepiva da tre anni il reddito di cittadinanza. A ricevere il bonifico una donna, considerata dagli investigatori un elemento di spicco del clan dei Casamonica-Spada. A denunciarla i carabinieri al termine di una serie di controlli sui requisiti dichiarati da alcuni cittadini percettori del reddito di cittadinanza condotti tra gennaio ed agosto di quest'anno. 

Gl investigatori della compagnia di Castel Gandolfo hanno vagliato la posizione di 850 percettori. 26 i cittadini, di cui 17 di nazionalità straniera e 9 con precedenti, sono risultati essere privi dei requisiti per la corretta corresponsione del reddito di cittadinanza, cagionando un danno all’erario stimato in circa 250.000 euro.

Fra loro come detto una donna della famiglia Casamonica, residente nella zona dei Castelli Romani. Oltre che titolare di una palestra del valore commerciale di 250mila euro, la stessa aveva omesso di comunicare proprietà quali una villa, terreni ed auto di grossa cilindrata, nonché la titolarità di attività commerciali.

Un uomo inoltre, con la cittadinanza tunisina, ha dichiarato falsamente di essere nato in Italia e possedere la cittadinanza italiana, due percettori hanno continuato a percepire il beneficio mentre erano in carcere, essendo stati colpiti da misura cautelare, diversi hanno indicato residenze fittizie, tra cui una residenza in un supermercato e, in un altro caso, in un garage.

Diversi i cittadini impiegati “in nero” ed alcuni stranieri hanno indicato falsamente di essere residenti in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due continuativi.

A svolgere gli accertamenti i militari, attraverso la sinergia investigativa con il nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Roma e gli uffici territoriali dell’Inps, sotto il coordinamento investigativo della procura della repubblica di Velletri che hanno verificato i requisiti richiesti per l’emolumento facendo emergere molteplici irregolarità.

Al termine degli accertamenti il tribunale di Velletri ha emesso diversi decreti di sequestro preventivo per equivalente ai fini di confisca dei beni e, laddove i militari hanno trovato i conti correnti “svuotati”, hanno proceduto a sequestrare gioielli, orologi di lusso, autovetture e beni mobili vari nella disponibilità degli indebiti beneficiari.
 

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