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Cronaca Aurelio / Via Innocenzo XI

La storia dell'uomo rimasto incastrato in un tunnel e della (presunta) banda del buco

Due arrestati e due denunciati. Cresce la convinzione degli inquirenti che i quattro stessero preparando un colpo

Una premessa: i punti oscuri, ancora da chiarire, in questa vicenda ce ne sono diversi. Di certo c'è il bilancio che parla di due persone arrestate, due napoletani, e di due romani denunciati, di cui uno di questi - un 34enne - rimasto incastrato 7 metri sotto terra e salvato - tra gli applausi - dopo 8 ore. È la cronaca della storia della presunta banda del buco.

Con il passare delle ore, anche da parte degli investigatori, il dubbio che il tunnel abusivo scavato all'Aurelio e crollato ieri, sarebbe potuto diventare un passaggio per favorire un colpo grosso, magari in una banca, c'è. 

Tra le piste battute da chi indaga, infatti, c'è quella - da chiarire - che potrebbe raccontare di una banda numerosa che contasse anche su eventuali altri complici e basisti, fermata da un crollo che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia.

Cosa è successo in via Innocenzo XI

Tutto è cominciato intorno alle 11:30 di giovedì mattina quando al 112 è arrivata una telefonata che ha lanciato l'allarme parlando di alcune persone rimaste incastrate in un cunicolo in via Innocenzo XI, una delle traverse della più conosciuta Gregorio VII, non molto distante dalla Basilica di San Pietro. 

I vigili del fuoco intervengono sul posto anche con l'ausilio delle forze speciali ed individuano presto il punto esatto del crollo, di fronte ad un negozio sfitto. Da sotto l'asfalto arriva la voce di una sola persona che chiede aiuto, un romano di 34 anni. 

Una persona incastrata in un tunnel

La notizia si diffonde e arriva alla stampa, intorno alle 12:40, proprio dai pompieri e parla di una "persona caduta sotto terra". L'anomala segnalazione fa scattare le redazioni. Contattiamo i carabinieri che trattano il fatto come "incidente sul lavoro", tant'è che le prime notizie raccontano di un operaio caduto in un tunnel e rimasto incastrato.

I soccorritori, nel frattempo, si mettono al lavoro intervenendo prima attraverso i tombini sottostanti e poi con una ruspa per aprire un tunnel parallelo in modo da raggiungere l'uomo che però era sepolto vivo dalle macerie. 

Le prime indagini 

Le voci si rincorrono. Nel quartiere si parla di una presunta banda di ladri pronta a fare un colpo grosso in una banca distante circa 300 dal tunnel crollato. I carabinieri, che indagano, però etichettano la pista come non veritiera.

Le ore passano e le ipotesi sull'origine di quel tunnel scavato da un cantiere abusivo, aumentano. La macchina dei soccorsi per portare in superficie l'uomo è incessante e il salvataggio, tra gli applausi dei presenti, avviene 8 ore dopo l'incidente. Il 34enne romano, cui è stata anche fornita una bombola di ossigeno per permettergli di respirare e gli è stata somministrata per tutto il tempo alimentazione liquida, è stato portato all'ospedale San Camillo, in codice rosso e non in pericolo di vita.

I suoi tre "colleghi", tutti con precedenti, avevano anche provato una fuga, ma sono stati bloccati dai carabinieri non lontano dal luogo del crollo. Portati nella caserma di Trastevere, sono stati interrogati per ore. Gli investigatori hanno lavorato fin da subito, cercando di ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti per risalire anche alla data di inizio dei "lavori". 

I punti oscuri della vicenda 

È a questo punto che iniziano una serie di nodi da districare. Una ipotesi è che i quattro avrebbero lavorato per procedere a step fino all'obiettivo del colpo, probabilmente il caveau di una banca, contando di agire indisturbati approfittando della città svuotata dal Ferragosto imminente. Una banda del buco, quindi, che avrebbe pianificato nei minimi particolari il presunto colpo grosso, approfittando di una Roma svuotata dalle ferie.  

Ma qualcosa sarebbe andato storto.  

Questa la chiave di lettura che farebbe immaginare come mai i presunti ladri e inesperti operai, avrebbero fatto crollare una parte di asfalto che ha bloccato un uomo - loro "collega" - a circa 6-7 metri di profondità.

Non solo. Chi ha chiamato i soccorsi? Secondo quanto emerso è probabile che a fare la chiamata sia stato un membro dell'eventuale banda del buco, forse proprio uno dei fermati dai carabinieri subito dopo i fatti. 

Le indagini sono coordinate dalla procura di Roma. Due napoletani sono stati arrestati per resistenza a pubblico ufficiale e due romani deferiti all'autorità giudiziaria per danneggiamento e crollo colposo.  

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