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Cronaca

Colpo alle 'ndrine di Roma Nord: sequestrati 100 milioni di beni, tre arresti

Da Motticella alla 'diaspora' a Morlupo e Rignano Flaminio. Intestavano aziende e negozi a prestanome che lavoravano di fatto al servizio della 'ndrangheta

L'hinterland romano, come quello milanese, nelle mire delle 'ndrine calabresi. E' l'operazione 'fiore calabro' a dare sostanza a voci che si rincorrevano da tempo. "A Morlupo, Rignano e in generale a Roma Nord c'è la 'ndrangheta", si diceva. Oggi quelle voci sono diventate realtà grazie all'operazione condotta dalla squadra mobile di Roma che ha portato in carcere tre affiliati alla 'Ndrangheta, trasferiti a Roma a causa della chiusura, negli anni '80, del mandamento di Motticella teatro di una faida troppo sanguinosa persino per i regolamenti della mafia calabrese.

A finire in manette Placidio Antonio Scriva, Domenico Morabito e Antonio Mollica, quest'ultimo al momento irreperibile. I tre sono elementi di vertice della 'ndrangheta calabrese appartenenti alle ‘ndrine Palamara-Scriva-Morabito-Mollica, protagoniste della faida che ha insanguinato Motticella.

Gli indagati sono ritenuti ora responsabili del reato di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso ovvero dall’aver commesso il reato per favorire la 'ndrangheta in Calabria e a Roma per il controllo delle attività illecite sul territorio.

Da alcuni anni i tre arrestati, già colpiti da precedenti provvedimenti di sequestro di beni, avevano lasciato la loro terra di origine trasferendosi nei comuni di Rignano Flaminio e Morlupo. Qui, avvalendosi di una serie di prestanome, sono riusciti a penetrare nel tessuto economico della zona nord della provincia di Roma, acquistando aziende commerciali, attività di “compro oro”, società che gestiscono la distribuzione di fiori, imprese di allevamento e vendita di carni, attività di ristorazione ed altro.

Scriva è considerato il referente principale dell’omonimo clan calabrese, attualmente residente a Rignano Flaminio e coniugato con la sorella di Saverio e Antonio Mollica, da anni residenti nella provincia di Roma. Il primo condannato di recente per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito della nota operazione “Crimine”. Il secondo invece è stato arrestato oggi.

L'indagine "Fiore Calabro" va a toccare gli interessi criminali della ‘ndrangheta calabrese nel settore dell'“economia legale” . Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare in carcere è stato, infatti, eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni nei confronti di aziende commerciali, attività imprenditoriali, conti correnti nonché numerosi beni immobiliari - abitazioni civili e terreni agricoli situati in Rignano Flaminio e Morlupo (RM), ritenuti nella disponibilità degli esponenti della ‘ndrangheta e dei loro affiliati per un valore di almeno 100 milioni di euro, in corso di compiuta quantificazione.

Sono stati, inoltre, eseguiti numerosi decreti di perquisizione locale, emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti di ulteriori indagati ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta nonché nei confronti di alcuni soggetti, residenti in questa provincia ed in altre regioni d’Italia, risultati coinvolti, quali vittime, in un vasto giro di usura.

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