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Cronaca

Traffico internazionale di armi e droga: a capo un ex calciatore nazionale jugoslava

Maxioperazione dei Carabinieri dalle prime luci dell'alba: l'organizzazione internazionale è capeggiata da un ex calciatore della nazionale jugoslava. Armi e droga destinati alle piazza romane e del litorale

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur, sotto la direzione del Procuratore Giancarlo Capaldo e del Sostituto Procuratore Carlo La Speranza della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, stanno portando a termine una maxioperazione volta a sgominare un'organizzazione internazionale dedita allo spaccio di stupefacenti e al traffico di armi e droga. Dalle prime luci dell'alba, gli agenti hanno dato avvio a decine di perquisizioni e sequestrato armi, munizioni e droga. Nel complesso sono 24 le persone indagate, mentre diversi arresti sono in corso tra Roma, Latina e Viterbo.

A capo del sodalizio criminale vi è J. H., cittadino bosniaco di 54 anni, un ex difensore della nazionale jugoslava dei primi anni Novanta, noto anche per aver militato nella Dinamo Zagabria e nella Stella Rossa di Belgrado, oltre che per essere l'allenatore, in Italia, della squadra di calcio multietnica denominata Intercontinental Football Club. L'organizzazione, suddivisa in due gruppi tra loro collegati, importava armi dalla Croazia e cocaina dalla Spagna: le prime (pistole, kalashnikov, fucili e bombe a mano di fabbricazione jugoslava) giungevano in Italia a bordo di camion dal confine con la Slovenia fino a giungere sul litorale laziale per essere consegnate ai committenti. La cocaina, invece, proveniva dalla Spagna ed era destinata allo spaccio sulle piazze romane e sul litorale laziale.

Le indagini, condotte con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, ambientali e postali, nonché attraverso servizi di osservazione e pedinamento, hanno permesso di accertare che il gruppo criminale dedito al traffico di armi era formato da 7 protagonisti, slavi di varia origine. Le armi erano destinate a clientela romana ancora in fase di identificazione. Tenuto conto del tipo di armi che gli indagati erano in grado di trafficare, non si esclude che essi  costituissero i rifornitori della criminalità organizzata romana e di alcune organizzazioni criminali nazionali. Il linguaggio in codice usato dagli appartenenti al gruppo prendeva spunto dal gergo calcistico: “partite”, “giocatori”, “alberghi dove far alloggiare i calciatori” ecc sono alcune delle metafore emerse dai colloqui intercettati per tentare di occultare la reale sostanza dei traffici in atto.

L'ex calciatore jugoslavo, in particolare, veniva denominato “Mister”: coadiuvato da D. H., 32enne bosniaco e calciatore della squadra allenata da J.H,  gestiva i traffici dalla Croazia in Italia contrattando personalmente la compravendita delle partite di armi. Collegato strettamente al primo, vi era poi il  secondo gruppo criminale dedito al traffico di stupefacenti, capeggiato da D. H. e sua moglie Z. H. e costituito altresì da 8 soggetti italiani ancora da identificare. I criminali erano riusciti a stabilire una rete di importazione che dalla Spagna conduceva in Italia: quasi con cadenza mensile, venivano organizzati dei viaggi in auto dall’Italia alla Spagna del Sud. Nei viaggi di ritorno, lo stupefacente veniva occultato in alcuni vani con doppiofondo ricavati all’interno delle vetture, che consentivano il trasporto anche di quantitativi fino a 2,5 kg volta. Giunta in Italia, grazie ad una fitta rete di spacciatori nelle province di Roma e Latina, la droga veniva venduta al dettaglio.


Il gip del Tribunale di Roma, Valerio Savio, ha emesso finora 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere per alcuni degli indagati (tra i quali i suddetti cittadini bosniaci) con l'accusa di introduzione e commercio nello Stato di armi clandestine e traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti. La Procura Distrettuale Antimafia  di Roma ha inoltro disposto l’esecuzione anche di ulteriori 34 perquisizioni nei confronti sia di soggetti indagati che di acquirenti di armi e stupefacenti. I provvedimenti cautelari e le perquisizioni sono state effettuate nei Comuni di Roma, Pomezia, Anzio, Fondi, Aprilia, Viterbo, Velletri, Tivoli, Frascati, Civitavecchia, Sezze e Calcio (BG).

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