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Cronaca

Romena morta dopo un pugno: Burtone agli arresti domiciliari

La Corte ha recepito l'istanza richiesta dall'avvocato del giovane. Alessio Burtone sta scontando una pena di 8 anni

Arresti domiciliari per Alessio Burtone, il ventiduenne romano condannato a otto anni di carcere per l'omicidio dell'infermiera romena Maricica Hahaianu, uccisa con un pugno nell'ottobre del 2010 a Roma.

La Corte ha recepito una istanza presentata dall'avvocato Fabrizio Gallo, difensore del giovane. Burtone sta scontando una condanna a 8 anni di reclusione per omicidio preteritenzionale, seguito a una sentenza in primo grado di 9 anni poi ridotta in appello. Il fatto era avvenuto alla stazione metropolitana Anagnina ormai oltre due anni fa.  Burtone aveva colpito la donna al termine di una lite.

SUL DECESSO - Maricica morì poco dopo l'accaduto, dopo un coma durato otto giorni. Ampio il dibattito sulle cause. Secondo i periti della Corte d'Assise di Roma "l'Hahaianu morì a seguito di un danno a livello del tronco encefalico insorto a causa di vasospasmo dell'arteria basilare, dovuto a cause di cui è impossibile l'accertamento" spiegarono i professori Vetrugno ed Anile che, con il lavoro eseguito, avrebbero dimostrato che a nessuno poteva essere addossata la responsabilità per la morte della donna.

Burtone ha sempre sostenuto di non aver dato un pugno alla donna, ma una manata, aspetto che, secondo la difesa, sarebbe stato confermato dall'autopsia: "Non ci sono lesioni al viso della donna c'è solo una ferita sotto il labbro nella parte sinistra di 1,2 cm non lacero contusa, segno di una ferita non da corpo contundente. Questo significa che Burtone non ha colpito con le nocche ma con il palmo. Infatti, il ragazzo ha sempre sostenuto di avergli dato una manata e non un pugno".

IL VIDEO DELL'AGGRESSIONE NELLE METRO

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