rotate-mobile
Cronaca San Giovanni / Via Albalonga

Via Albalonga: PUP revocato, ma resta il cantiere abbandonato

Transenne e strumentazioni in disuso, sporcizia e problemi alle fogne. La storia di una via, che doveva diventare un parcheggio, salvata dai cittadini

Una storia che va avanti da quasi due anni, ormai: è quella di via Albalonga, la via del "tiramisù" Pompi, che dal 2011 vive un'odissea fatta di burocrazia, lavori in corso e impegno dei cittadini. Il tema è quello del parcheggio interrato che doveva essere costruito in questa strada, parcheggio che non verrà più fatto. Tutto risolto? Non sembra: la via infatti è ancora oggi un cantiere abbandonato, dove le strumentazioni per i lavori si alternano a rifiuti e, come ci hanno riferito dal comitato dei cittadini di Via Albalonga, anche topi. Un altro esempio: la zona, in alcuni tratti, rende difficile - sempre secondo il comitato dei cittadini di Via albalonga - dare accesso alle ambulanze in caso di malori.

I CAPITOLI DI QUESTA STORIA - La vicenda è lunga e complicata, e comincia nel Febbraio 2011, quando vengono avviati i lavori dell'Impresa Del Sole e del Mare, la cui sede, è bene ricordarlo, è in via Valadier 42. Secondo il Comitato dei cittadini di via Albalonga, a guidarla è Michele Di Veroli, coinvolto poi, sempre nel 2011, nell'inchiesta legata all'ex presidente di Confcommercio Pambianchi.

LA REAZIONE DEI CITTADINI - I residenti non ci stanno, e chiedono a due ingegneri  Fiorenzo e Tiziano Meneghetti di Bologna, di fare delle valutazioni sulla possibilità e i rischi legati ai lavori. Nel resoconto dell'incontro tra gli ingegneri - pagati dagli stessi cittadini di via Albalonga circa 30.000 euro - ,il comitato stesso e, tra gli altri, l'onorevole Roberto Cantiani (consigliere Comunale nonché Presidente  della Commissione Mobilità e Traffico), si legge che i due esperti hanno comunicato le loro perplessità. Si parla di "preoccupazione per le falde acquifere medio-superficiali", la "mancanza assoluta di un rilievo  geometrico (sezioni) sistematico del paramento fondale su  ciascun edificio", e la "mancanza di una relazione geotecnica e geologica  dettagliata". Inoltre, comitato dei cittadini ci ha comunicato come "il problema fosse come gli edifici fossero costruiti non col cemento ma a pozzi e barulle. Inoltre, è venuto fuori come il terreno della via sia di riporto". Alla base di ciò, per i cittadini il parcheggio non si deve fare.

LE COMUNICAZIONE TRA COMUNE E IMPRESA - In seguito, i cittadini incontrano il presidente della Commissione Controllo Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale, che il 19 Luglio 2011 invia una lettera, tra gli altri, all'ingegnere Angela Mussumeci, responsabile della programmazione e pianificazione del PUP. La Mussumeci invia una lettera, due giorni dopo, all'azienda "Del Sole e Del Mare", chiedendo maggiore cura della pulizia e della sicurezza e la disposizione di alcune strutture di monitoraggio della falda acquifera e dei fabbricati. Ed è in questo momento che i lavori si interrompono, per le pressioni dei cittadini e per le condizioni economiche dell'impresa edilizia. Tutto questo, dopo che il taglio degli alberi e il deterioramento del sistema fognario della via sono già avvenuti. In un verbale della riunione del comitato di via Albalonga di novembre 2011 si legge di tombini chiusi che fanno tracimare l'acqua piovana e della caduta di alcune transenne del cantiere. Il 9 dicembre, sempre la Mussumeci invia una lettera all'impresa responsabile dei lavori, chiedendo l'utilizzo di almeno tre piezometri, visto il non funzionamento di quelli già presenti, proprio per monitorare la falda acquifera.

Via Albalonga: cantiere abbandonato dopo revoca Pup

SOPRALLUOGHI - Il 21 Febbraio in via albalonga fanno un sopralluogo il Delegato al Piano urbano parcheggi Alessandro Vannini, il Presidente della Commissione Politiche per la Sicurezza di Roma Santori, e vari esponenti degli Uffici tecnici del Comune e del IX Municipio. In una comunicazione del comitato dei cittadini di via Albalonga si legge che "Vannini ha tenuto a ribadire che l'Amministrazione ha ormai intrapreso la strada della revoca della Concessione. Il Comune ha inviato una ingiunzione ultimativa alla ditta per il pagamento degli oneri concessori: se non saranno pagati al termine di 20 giorni, la concessione decadrà".

REVOCA DELLA CONCESSIONE - Ma la storia non finisce qui: arriviamo al 2012. Il 16 Marzo, una società di nome Ramaso Srl, con sede in via Valadier 42, scrive al Dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma Capitale. La società afferma di voler riprendere i lavori di Via Albalonga, che le sono state affidati dalla precedente società, l'Edilizia del Sole e del Mare", che nel frattempo era stata liquidata. La risposta non tarda ad arrivare: tre giorni dopo, la Mussumeci e l'architetto D'Amelio del dipartimento di Mobilità e Trasporti di Roma Capitale, comunicano che la Ramaso non appare nella convenzione stipulata dalla Edilizia del Sole e del Mare con il comune, dunque non può sostenere i lavori. La concessione alla Edilizia del Sole e del Mare viene revocata il 28 Giugno dal Comune: la società ha 15 giorni per fare ricorso, cosa che non avviene.

IL CANTIERE ABBANDONATO E LA FIDEIUSSIONE - E siamo arrivati ad oggi: perché il cantiere è ancora lì? Il comitato dei cittadini di via Albalonga ci ha spiegato che "per la rimozione delle transenne e di tutta la strumentazione del cantiere occorre che intervenga il IX Municipi. Ma per intervenire, c'è bisogno che arrivino i soldi incassati dal Comune di Roma con la fideiussione della Edilizia del Sole e del Mare".

 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Via Albalonga: PUP revocato, ma resta il cantiere abbandonato

RomaToday è in caricamento