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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Negato a mio figlio disabile il diritto di votare". Lieto fine dopo la denuncia di una mamma

Sara, madre di Simone, aveva raccontato a RomaToday che il figlio intrasportabile non aveva ricevuto l'autorizzazione al voto a domicilio. Gli assessorati competenti si sono attivati con successo

Simone è un ragazzo di 27 anni costretto da gran parte della sua vita su una carrozzina-barella perché non può sedersi. Non parla, non vede, ci sente poco, è attaccato a un respiratore circa 18 ore al giorno e viene alimentato e idratato artificialmente. Vive con la madre Sara, che lo accudisce senza andarsene mai, in un appartamento di Colli Aniene, periferia Est di Roma. Se il corpo lo fa soffrire, la mente di Simone funziona benissimo e ogni volta che si avvicina un'elezione si prepara due mesi prima, per decidere a chi dare il suo prezioso voto. Quest'anno, per il voto del 25 settembre, ha rischiato seriamente di non poterlo fare, ma la denuncia a RomaToday ha fatto smuovere le cose a via Petroselli.

Simone, elettore intrasportabile con una disabilità gravissima

La madre ha raccontato al nostro giornale che da oltre venti giorni cercava di farsi rispondere dall'ufficio elettorale di Roma Capitale ,per sapere se qualcuno domenica 25 settembre si sarebbe recato a domicilio per far esprimere la preferenza al figlio. "Simone è evidentemente un elettore intrasportabile - spiega Sara - e ha una condizione unica patologicamente parlando, perché combatte con 9 gravi problemi tutti insieme. Da quando ha 18 anni ho fatto di tutto affinché potesse votare e nonostante mille difficoltà, ci siamo sempre riusciti". 

L'iter per ottenere il voto a domicilio si ripete ogni volta

Per capire ancora di più la storia di Simone, bisogna sapere in che modo gli viene accordato il diritto di voto. Ce lo fa capire Sara: "Ogni volta che c'è un'elezione o un referendum - spiega - bisogna produrre un certificato che attesti l'intrasportabilità di Simone. Per ottenerlo è obbligatoria una visita medico-legale, che paga la Asl e ha un costo esorbitante, dai 600 ai 1000 euro. Dopodiché entro 20 giorni si fa la richiesta, inviando il certificato, di voto a domicilio". Nel caso di Simone a mettere la croce sul simbolo del partito è la madre. Lui, per arrivare a quella decisione, si prepara molto tempo prima aiutato da alcuni psicologi e operatori che durante la settimana gli leggono i programmi dei partiti, le dichiarazioni, gli articoli di giornale. "Spesso ne sa molto più di me" ammette Sara. 

Il voto al referendum 3 mesi fa 

L'ultima volta che il 27enne ha votato è stato il 12 giugno, per i referendum abrogativi sulla giustizia. "Anche in quel caso abbiamo fatto la visita - continua Sara - come se Simone potesse mai migliorare invece che essere imprigionato in una condizione che non muta, può solo peggiorare. In quell'occasione il medico legale mi disse che il certificato sarebbe valso per 6 mesi. Così, quando hanno indetto le elezioni politiche, a nemmeno 4 mesi di distanza, ho pensato non servisse di nuovo. Però il 2 settembre ho mandato una mail con la posta certificata all'ufficio elettorale del comune chiedendo conferma". Conferma che non è arrivata fino a sabato 24 settembre alle 19:28, quando nella casella Pec della signora Bonanno è arrivata l'autorizzazione al voto domiciliare per il figlio Simone. 

"Noi caregiver non veniamo considerati"

Resta il problema per lei, una caregiver che per mancanza di ulteriore aiuto, soprattutto nei giorni festivi, non può muoversi per recarsi al seggio: "Un caregiver come me - conferma - impossibilitato a uscire e lasciare il figlio perché privo di altra assistenza, non può farlo. E' previsto che chi si ammala di Covid, anche il giorno prima, possa fare richiesta di voto domiciliare. Ma io che assisto h24 mio figlio e non esco di casa da due anni, no". 

La buona notizia dopo la mobilitazione del Campidoglio

Come dicevamo, poco dopo la pubblicazione dell'articolo gli assessorati alle politiche sociali e salute e alla partecipazione, guidati rispettivamente da Barbara Funari e Andrea Catarci, si sono mossi cercando di capire la situazione e hanno preso contatto con gli uffici di via Petroselli, sede del servizio elettorale centrale di Roma Capitale. La mamma di Simone è stata raggiunta da una Pec che ha confermato l'autorizzazione al voto domiciliare. Il 25 settembre il 27enne potrà dare seguito ai due mesi di preparazione per scegliere il partito da premiare. 

(Articolo aggiornato alle 20:01 del 24 settembre 2022)

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