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Appio Claudio Don Bosco / Via Lucio Sestio

Lucha y Siesta: per salvare la Casa delle Donne si punta sull'azionariato popolare

Il centro antiviolenza rientra nel concordato preventivo di Atac ed è a rischio sgombero. Lucha y Siesta: "Guardano solo al profitto? E allora costituiremo un fondo per acquistare lo stabile"

La minaccia del distacco delle utenze è sempre attuale. Dal 15 settembre gli ospiti di Lucha y Siesta, potrebbero restare senza acqua e luce. E' il primo passo in direzione di uno sgombero che l'ex sottostazione Cecafumo, trasformato in centro antiviolenza, rischia di subire.

La vendita dell'immobile

L'immobile, di proprietà dell'Atac, è finito nel concordato preventivo con cui l'amministrazione Raggi vuole risanare il debito dell'azienda. Metterlo in vendita però significa porre fine ad un'esperienza ultredecennale a servizio delle donne vittime di violenza. Un epilogo che le attiviste ed una vasta schiera di realtà operanti nel sociale, vorrebbero scongiurare.

Il silenzio del Campidoglio

"La Sindaca, l’Assessora alla Mobilità e l’Assessora al Patrimonio – ha ricordato il collettivo di Lucha y Siesta –  si sono mostrate assenti, non rispondendo alle nostre richieste di incontro nemmeno con un diniego". Un'assenza di interlocuzione che  "è proseguita anche in questi ultimi giorni" confermano le attiviste a Romatoday, nonostante dalla giunta fosse arrivata la promessa di una soluzione. Lorenza Fruci, delegata alle politiche di genere della giunta grillina, aveva recentemente dichiarato che l'amministrazione cittadina era  "al lavoro per garantire la presa in carico in strutture alternative di tutte le donne e i bambini che si trovano nell'immobile".

Il fondo per acquistare Lucha y Siesta

Il silenzio del Campidoglio non ha però scoraggiato le attiviste di via Lucio Sestio. "Poichè siamo 'incorreggibili ottimiste', di fronte al vuoto istituzionale e a un attacco tanto feroce scegliamo di reagire puntando lo sguardo a un orizzonte futuro". La Casa delle Donne, tramite un comunicato, ha fatto sapere di voler "costituire un fondo che ci permetta di acquistare lo stabile di Via Lucio Sestio 10". Una scelta radicale, coraggiosa, difficile. 

La scelta dell' azionariato popolare

"Siamo consapevoli che l’obiettivo è enorme, sia per la cifra da raggiungere che per la difficoltà di rapportarsi con un sistema che non è disposto a riconoscere alcuna soggettività che non sia misurabile nei termini del profitto" si legge in una nota diramata dalla Casa delle Donne. Ma anche per questo c'è l'intenzione di "dare Lucha alla città con un grande azionariato popolare che tuteli l'esperienza e la faccia crescere oltre le sue stesse mura".

La mobilitazione continua

Le modalità per la partecipazione a questo fondo, saranno comunicate nel corso di una conferenza stampa che si terrà nel centro antiviolenza sabato 7 settembre alle ore 12. "Stanno già arrivando molte adesioni, sia da parte d'importanti associazioni che di singoli cittadini – conferma Simona, una delle attiviste di Lucha y Siesta – insieme proveremo ad acquistare lo stabile". Riuscirvi attraverso la strada dell'azionariato popolare rappresenta una scommessa. D'altra parte lo era anche trasformare un edificio abbandonato in uno spazio che, in 11 anni, ha accolto, dato conforto e rasserenato un migliaio di donne. Un primato da non sottovalutare.

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