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Martedì, 30 Aprile 2024
Scuola / Castro Pretorio / Via Boncompagni

Al liceo Righi è scontro preside-studenti per una conferenza sul conflitto israelo-palestinese

La dirigente scolastica annulla l'incontro, gli studenti: "Pressioni del ministero", la risposta: "Smentisco, l'ho fatto per tutelare tutta la comunità studentesca"

Una conferenza “sull’approfondimento del conflitto israelo-palestinese” al liceo scientifico Righi, già finito al centro dell'attenzione per la vicenda dello studente che aveva mimato il gesto della pistola verso Giorgia Meloni, diventa un caso. Con gli studenti che sostengono che la dirigente scolastica, Cinzia Giacomobono, avrebbe annullato l’evento su pressioni esterne, “si suppone del ministero dell’Istruzione” che avrebbero potuto compromettere la sua posizione lavorativa. Una versione smentita dalla diretta interessata: “Nessuno mi ha fatto pressioni, tantomeno il ministero – spiega -. Con la mia decisione ho voluto tutelare tutti gli studenti di questa scuola”. 

La conferenza annullata

Gli studenti hanno presentato la loro versione dei fatti in una lettera, condivisa anche su Instagram, in cui spiegano che la conferenza si sarebbe dovuta tenere il 24 novembre, dopo l’approvazione del Consiglio d’Istituto “ma due giorni prima della stessa, il 22 novembre, la preside ha comunicato a un rappresentante che la conferenza sarebbe stata “rimandata a data da destinarsi” per “motivi di serenità all’interno della scuola”. La comunità studentesca, dopo aver reagito organizzando uno sciopero, allora, torna alla carica a gennaio per organizzare l'incontro: “È stato quindi avviato un percorso costruttivo – si legge nella lettera – che si è concluso con un nulla di fatto a causa della reticenza e dell’ostruzionismo della preside”. Si arriva così a marzo, quando gli studenti fanno un nuovo tentativo di organizzare la conferenza, disponendo anche una raccolta firme che raccoglie l’adesione di “più di 700 persone, tra student?, docent? e personale Ata, ossia più della metà della comunità scolastica. Parallelamente i rappresentanti dell? student? presso il consiglio di istituto, insieme ad altri organi collegiali, hanno portato avanti un dialogo con la comunità studentesca ebraica, dato che la preside aveva ripetutamente usato la serenità dell? student? di religione ebraica come scusa per continuare a censurare la conferenza”. Ancora una volta, però, la risposta della dirigente scolastica è un no. E, secondo gli studenti, questa scelta sarebbe dovuta in parte anche “all’espressione implicita, da parte della dirigente, di timori per la propria posizione lavorativa, che avrebbe potuto essere messa a rischio per lo svolgersi della conferenza in oggetto”. E ancora: “Questa espressione di timori alimenta preoccupazioni già presenti all’interno della scuola, ovvero che la nostra conferenza, imparziale e storica, sia stata censurata a causa di un intervento esterno, si suppone del ministero dell’Istruzione”. 

La risposta della preside 

La versione degli studenti è stata smentita, però, dalla preside del liceo di via Boncompagni: “Smentisco qualsiasi riferimento al ministero – sottolinea Giacomoboni -. Gli studenti utilizzano i canali social per scopi politici. Non ho ritenuto opportuno consentire lo svolgimento della conferenza per via della presenza di studenti appartenenti alla comunità ebraica. Trattare del conflitto israelo-palestinese sotto un certo punto di vista porterebbe disordine e scompiglio nella componente studentesca ed essendo la dirigente ne risponderei io. Nessuno studente si deve sentire straniero, emarginato o additato in questa scuola”. La preside nega anche l’accusa di censura: “Non esiste, del conflitto-israelopalestinese si parla sugli organi di informazione e  ognuno è libero di informarsi nel modo che ritiene opportuno, i docenti stessi del liceo possono trattare della questione nelle loro classi. Ognuno ha il suo pensiero, ma non voglio che la scuola sia utilizzata a scopo politico”.

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