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Tribunale, Tidei: "Fronte comune tra tutti i deputati del Lazio in Commissione"

L'onorevole Pietro Tidei scrive una lettera alla Polverini per promuovere un coordinamento

"La discussione sulla riorganizzazione territoriale della Giustizia sta per entrare nella sua fase più importante. La conversione in legge, del decreto di delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari (14 settembre 2011, n. 148,) coinvolge ovviamente in maniera molto diretta  i tribunali di  Viterbo, Civitavecchia, Rieti, Tivoli, Velletri, Frosinone, Latina, Cassino, e Roma, e tutti i loro uffici inquirenti e giudicanti oltre alle sedi distaccate e ai vari uffici dei Giudice di Pace.

Il mondo delle professioni per primo  è in forte allarme per le sorti dei vari delle sedi giudiziarie, ma notevoli ripercussioni si avranno anche sui privati che vedranno allontanarsi da loro le sedi giudiziarie, in nome della riorganizzazione e delle cosiddette economie di scala.

E’ indubbio che ovunque, e quindi anche nella nostra Regione, vadano ricercate formule che  migliorino i processi organizzativi della Giustizia in direzione dell’efficienza ed in armonia con la linea di rigore contro gli sprechi. Ma qui nel Lazio è la presenza del megatribunale della Capitale che risulta discriminante e che inevitabilmente finisce per condizionare qualsiasi analisi e congestionare qualsiasi ragionamento di per sé più difficile che in altre regioni.

Le chiedo quindi, Presidente, di attivarsi per promuovere uno stretto coordinamenti tra deputati e senatori eletti nei collegi laziali  che fanno parte della Commissione Giustizia alla Camera e al Senato. Da questa fase scaturirà il nuovo volto della Giustizia nel Lazio, probabilmente di qui a qualche decennio,
e trovo estremamente importante  che i territori, attraverso i loro rappresentanti, vengano direttamente coinvolti e possano dare il loro contributo.

L’obiettivo è quello di arrivare presto ad una soluzione concertata, sentiti gli ordini professionli e le organizzazioni di rappresentanza coinvolte, così da avere un parametro certo e una proposta comune in base alla quale valutare quella che il Governo avanzerà in Commissione.

Si tratta, come vede, di fare fronte comune a favore delle comunità della nostra regione, partendo da una corretta lettura dei fabbisogni di giustizia presenti nei vari territori e schierando tutta la propria rapresentanza parlamentare su una linea unica, certa e concertata.

La questione è cogente e al tempo stesso i  ragionamenti da fare così sono complessi, ma credo che l’attuale clima politico ed un suo diretto intervento rendano possibile l’obiettivo di formulare una porposta largamente condivisa".

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