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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Tangentari all'Amatriciana, ma Amatrice non ci sta: "Battuta che causa danno a territorio"

Il sindaco Pirozzi: "Siamo stufi di veder accostare il nome di Amatrice a malaffare e ruberie di ogni genere, passi per un giornale, passi per un personaggio dello spettacolo, ma mi permetta, non lo posso accettare dal mio Presidente del Consiglio"

Amatrice non ci sta. La città non vuole diventare un aggettivo, associato il più delle volte a malaffare e affari loschi. Capita così che in questi giorni in cui è esplosa Mafia Capitale, in tanti definiscano questa nuova Mafia all'Amatriciana. Ultimo della lista il premier Matteo Renzi che ieri ha parlato di Tangentari all'amatriciana. Tanto è bastato per far esplodere la furia del sindaco di Amatrice Pirozzi.

"Informo il presidente del Consiglio", spiega Pirozzi in una nota, "che nel 2011 il Comune di Amatrice diffidò tutti i direttori dei quotidiani nazionali ad utilizzare il termine “all’amatriciana” come aggettivo sostantivato, aggiunto ad altri termini, così da risultare carico di un significato negativo e disdicevole per la Città di Amatrice e per gli amatriciani, suoi abitanti. Immagino la sua reazione da sindaco se un presidente del Consiglio avesse definito uno scandalo nazionale distinguendo tra il malaffare di “tangentari alla fiorentina” e quello di cosche mafiose. Si sarebbe offeso, come in questo momento io, quale rappresentante del proprio Comune. Non so se conosce Amatrice, ma colgo l'occasione per farle sapere che facciamo la raccolta differenziata (60%), non applichiamo la Tasi, non applichiamo la Tari, abbiamo ristrutturato la nostra scuola in tre mesi, i nostri Consiglieri non percepiscono nessun compenso, non abbiamo telefonini di servizio, non abbiamo auto blu, abbiamo un ospedale di montagna che abbiamo difeso con i denti e tanto altro ancora. Siamo conosciuti nel mondo per essere la patria degli "spaghetti all'amatriciana", i cui ingredienti rappresentano idealmente i valori della montagna, della parte sana della nostra straordinaria Nazione. Non mi risulta invece che Amatrice abbia dato i natali ad Al Capone, a Matteo Messina Denaro, né a Fiorito, né a Maruccio. Siamo stufi di veder accostare il nome di Amatrice a malaffare e ruberie di ogni genere - conclude il sindaco di Amatrice Pirozzi -, passi per un giornale, passi per un personaggio dello spettacolo, ma mi permetta, non lo posso accettare dal mio Presidente del Consiglio".

A sposare la furia di Pirozzi ci pensa Gianfranco Castelli vicepresidente di Unindustria con delega Lazio per Expo 2015. "Noi come sistema delle imprese abbiamo sempre apprezzato la sensibilità con la quale il presidente del Consiglio difende in ogni occasione nazionale ed internazionale il made in Italy, abbiamo colto con molto stupore l'accostamento fatto ieri durante l'Assemblea Pd tra la brutta vicenda della mafia romana e l'amatriciana, quando il premier ha definito i protagonisti della vicenda come tangentari all'amatriciana".

"Ci rendiamo conto che è stata una battuta estemporanea- continua Castelli- ma ciò non toglie che questa uscita possa causare un danno importante ad un territorio cosi' ricco di storia e rinomato per le sue eccellenze gastronomiche, proprio a ridosso dell'Expo dedicato al food. Cogliamo l'occasione per invitare Renzi a visitare Amatrice e le sue imprese e degustare il piatto tipico della tradizione culinaria locale che tanto prestigio e notorieta' conferisce al food made in Italy. Inoltre la visita del premier potrebbe essere anche il momento ideale per inaugurare la scuola alberghiera di Amatrice, uno dei custodi dei segreti della ricetta originale di questo piatto che, grazie all'intervento economico di Unindustria, e' stata salvata da una sicura chiusura. La partecipazione del presidente del Consiglio riscatterebbe infine l'espressione 'all'amatriciana' da tutte le allusioni negative cui spesso in maniera del tutto infelice e del tutto inappropriata e' stata accostata".

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