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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Il comune rilancia il progetto di inclusione scolastica per rom: "E' discriminatorio"

Il dipartimento scuola mette a disposizione fondi per istituti di I e II grado che abbiano intenzione di combattere l'abbandono da parte di rom, sinti e caminanti. L'associazione 21 Luglio: "Prioritaria l'uscita dai campi"

Parte anche quest'anno il progetto del dipartimento scuola di Roma Capitale "Più scuola più futuro" mirato alla realizzazione di interventi formativi rivolti ad alunni rom, sinti e caminanti che frequentano il sistema scolastico comunale. 

Fino al 14 ottobre gli istituti comprensivi interessati potranno chiedere di aderire, ricevendo quindi un finanziamento. Il progetto è diviso in quattro fasi: la prima è appunto quella di richiesta di partecipazione al progetto per il 2022/2023, sottoscritta dal dirigente scolastico o da un direttore socioeducativo. Successivamente, gli istituti ammessi al finanziamento dovranno presentare una serie di documenti, quali per esempio la convenzione sottoscritta per accettazione che segue la delibera del consiglio d'istituto e il documento contabile con la richiesta della quota di anticipo prevista. 

C'è poi la fase operativa e di monitoraggio. Una volta avviate le attività finanziate, le scuole saranno tenute a inviare periodicamente una documentazione relativa al monitoraggio e alle frequenze degli alunni rom, sinti e caminanti. Infine, conclusi gli interventi, per poter ricevere dal comune la quota a saldo dell'attività, le scuole dovranno inviare la rendicontazione delle spese sostenute e il documento contabile conclusivo. 

Ma quali sono le attività previste? Innanzitutto "azioni di supporto al ritorno a scuola degli alunni rom, sinti e caminanti al fine di rimuovere le problematiche che ne ostacolano la regolare frequenza", poi "iniziative di supporto scolastico per accrescere le competenze necessarie agli apprendimenti di tutte le discipline" ma anche, dato il periodo pandemico, "azioni per la promozione della didattica a distanza in caso di periodi di quarantena o di chiusura totale delle scuole, incentivando il rapporto scuola-famiglia per una comunicazione efficace". 

Quello che vuole evitare il comune è che crescano i numeri della dispersione scolastica minorile, in questo caso tra gli appartenenti alle etnie rom, sinti e caminanti del territorio capitolino. Per questo sono previste "strategie per il reinserimento a scuola dei minorenni rom, sinti e caminanti in dispersione" e azioni per "stimolare e agevolare il rapporto scuola-famiglia". 

Per portare avanti il progetto, che inizierà a metà ottobre e si concluderà a giugno 2023, il dipartimento scolastico di Roma Capitale mette a disposizione 5.000 euro (importo massimo finanziabile) per gruppi da 1 a 10 alunni, con anticipo pari alla metà. La cifra raddoppia per gruppi da 2 a 20 alunni e triplica per gruppi superiori ai 20 alunni. Tra le spese ammissibili ci sono il pagamento di risorse interne ed esterne, materiale didattico, informatico, igienico-sanitario e il servizio di trasporto per eventuali attività in orario extrascolastico.

Il giudizio sul progetto da parte di Carlo Stasolla, presidente dell'associazione 21 Luglio, non è lusinghiero: "Finché la vita delle bambine e dei bambini è concentrata nei campi - spiega a RomaToday - i progetti di scolarizzazione, che ricordo sono nati addirittura nel 1992, sono destinati a fallire, con un impatto irrilevante rispetto all'impegno profuso. Priorità dovrebbe averla l'uscita dai campi, il loro superamento, con la promozione di politiche scolastiche inclusive e paritarie. Perché, quando si tratta di bambini che vivono in casa, si pensano questi progetti su base etnica? E' discriminante. Allora andrebbero fatti progetti per filippini, cinesi, bengalesi, ma ovviamente non succede perché non è così che si dovrebbe fare". 

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