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La Sapienza: "E così Frati svendette il Pratone"

Collettivo Autorganizzato Giurisprudenza: "Si ritorna in facoltà e ricominciano i problemi"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

Come alla fine di ogni estate si ritorna nelle Facoltà e ricominciano i problemi.Quest'anno però, oltre al resto, il Magnifico ci ha proprio stupito per la fantasia.
 
Il Pratone della Sapienza, luogo di maggiore aggregazione di tutto l'ateneo, è stato quasi completamente smantellato per fare posto a due tensostrutture che serviranno a ospitare lezioni di Giurisprudenza per il prossimo anno accademico e che, a differenza di quanto dichiarato da Frati, occupano quasi interamente il più grande spazio verde dell'Ateneo, mangiando diversi metri quadri di aiuole.
 
La terribile condizione delle aule della nostra facoltà, ha una storia pluriennale: sopra il complesso di Giurisprudenza/Scienze Politiche quasi 10 anni fa fu iniziato un cantiere volto a costruire nuove aule. Nel 2004 il crollo dell'aula 1 poche ore prima dell'inizio delle lezioni rese obbligatoria un'interruzione dei lavori, poiché il peso era eccessivo per la sopraelevazione.
Nel maggio del 2010 il cantiere riaprì, ma da subito furono riscontrati diversi problemi strutturali su piloni e muri, e il 22 dicembre 2010, Mohammed Bannour, un operaio, morì in questo fatiscente cantiere. I lavori furono quindi interrotti, ma ripresero poco dopo. Tutto ciò fino ad oggi.Il cantiere è ancora lì, e la fine dei lavori sembra prevista entro  ulteriori 4 anni.
 
Negli ultimi due anni, per sopperire a queste carenze, diversi corsi di Giurisprudenza sono stati tenuti presso un ex magazzino delle poste a Scalo San Lorenzo, che attualmente necessita di una messa a norma, evidente e più volte segnalata da studenti e studentesse fin da allora. Il C.d.A. della Sapienza, quindi, ha deciso lo scorso luglio di approvare questi lavori al Pratone per ottenere delle aule “temporanee”.

Sappiamo benissimo però che “temporaneo” alla Sapienza spesso e volentieri ha significato definitivo, come ci ricordano le aulette blu tuttora in uso. E' sempre più evidente che la soluzione a un problema diventa in maniera quasi scientifica un altro  problema da risolvere, in una catena senza fine che serve solo a regalare soldi pubblici ai soliti noti costruttori.
 
Andiamo infatti a contare i cantieri attivi al momento per risolvere questa questione, nei quali negli anni si sono dilapidati centinaia e centinaia di migliaia di euro, in un ginepraio di appalti e subappalti:
 
1 – Cantiere di Giurisprudenza/Scienze Politiche, attivo da maggio 2010 e che occupa le 4 aule maggiori di Giurisprudenza e ulteriori 4 di
Scienze Politiche.
 
2 – Cantiere dell'ex Magazzino delle Poste a Scalo San Lorenzo, attualmente in ristrutturazione e che durerà almeno due anni.

3 – Cantiere al Pratone per le Tensostrutture. Solo quest'ultimo è appaltato per una cifra di 559.957,51 euro. Somma che oltretutto ci appare sproporzionata per due tensostrutture
provvisorie di teflon e acciaio costruite in 40 giorni. E se questi sono i costi per due “tendoni”, immaginate quelli degli altri cantieri...

Questa situazione è figlia di un'inclinazione politica democristiana, alla quale da sempre il Magnifico rivendica l'appartenenza, che cerca in tutti i modi di far fare profitti alle imprese edilizie. Nel frattempo, la più grande aula dell'Ateneo, l'Aula Magna del Rettorato, è sempre vuota, fatta eccezione per le sporadiche iniziative del Rettore. Un'aula che è stata già reclamata dagli studenti e dalle studentesse come soluzione a costo zero del problema, ma che Frati ha sempre voluto riservare per i suoi interessi (come le celebrazioni per la laurea della figlia!).

 
Ciò che ci vogliono portare a pensare è che studenti e studentesse sono costretti a scegliere tra spazi di studio e spazi di verde, e in momento di “emergenza” c'è bisogno di fare sacrifici. Non vogliamo sottostare a questo ricatto. Vogliamo studiare in aule degne di questo nome e avere spazi di aggregazione e condivisione, senza dover subire una pessima
gestione dei fondi e degli spazi dell'ateneo da parte dei suoi organi.

Il Pratone è nostro e ce lo riprenderemo!
 
Collettivo Autorganizzato di Giurisprudenza
 

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