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“Il Giusto sentiero” di Luciano Ciocchetti: "Vi racconto quarant'anni di politica"

Luciano Ciocchetti e il suo impegno politico all'interno del libro “Il Giusto sentiero”, che approfondisce oltre agli aspetti della sua esperienza personale anche la politica tra la prima e la seconda Repubblica

Luciano Ciocchetti, dalla prima Repubblica ad oggi,“Un percorso politico che continua da 40 anni”. Dagli incarichi comunali a quelli parlamentari, la storia dell’impegno politico nella sua città raccontati nel libro intitolato “Il Giusto sentiero”. Un racconto autobiografico che analizza i punti fondamentali della politica attuale tra i cambiamenti dopo la prima Repubblica e la formazione politica. “Ciò di cui parlo nel libro è in parte autobiografico, ha una visione su Roma in particolare ma anche della politica e del continuo impegno nella mediazione delle persone che rappresentiamo. Il libro parla di una storia politica che ha attraversato varie fasi con i cambiamenti rispetto alla prima repubblica, un sistema politico completamente diverso da quello che stiamo vivendo oggi”.

Come si è sviluppata negli anni la sua carriera politica?

“La prima volta che sono stato eletto consigliere della XII circoscrizione quella che adesso è il IX municipio di Roma ero stato eletto con la democrazia cristiana, nel 1981, fino all’89. Nell’89 mi sono candidato al consiglio comunale di Roma e sono stato eletto sempre con la Democrazia Cristiana facendo la prima esperienza di consigliere comunale con i partiti della prima Repubblica. Nel 94 è cambiato tutto, i partiti storici della prima Repubblica sono scomparsi, sono nati dei nuovi partiti, proprio in quegli anni sono diventato deputato eletto nel Centro Destra con la formazione politica del CCD che nacque alleato a forza Italia, il Centro Cristiano democratico da cui dopo nacque l’UDC. La mia esperienza da deputato fu un’esperienza breve perché quella legislatura durò solo due anni, a causa delle vicende legate a Bossi e Berlusconi. Nel 1997 sono tonato in consiglio comunale mentre era sindaco Rutelli. Diversi anni di carriera politica che dal 2010 al 2012 mi hanno inoltre portato a ricoprire l’incarico come vice presidente della Regione Lazio”

Riguardo l’esperienza come presidente dei servizi sociali del comune di Roma

“Ho avuto la fortuna dall’opposizione di fare il presidente della commissione servizi sociali del comune di Roma, fu una bellissima esperienza perché i servizi sociali del comune sono attività straordinarie che creano aiuto e assistenza, inclusione, integrazione, risposte a problematiche delle fasce sociali in condizioni di grandi difficoltà. In quel tempo la cosa più importante che si avviò è il meccanismo dell’accreditamento delle strutture socio-sanitarie in modo da poter migliorare la qualità del servizio offerto agli utenti, ai cittadini, agli anziani, ai minori, ai disabili e a tutta una serie di categorie che hanno bisogno di una particolare assistenza e che fino a quel momento venivano affidate a cooperative con delle gare al ribasso, cosa che adesso è andata avanti ed è sicuramente un settore in cui si è fatto un investimento importante".

Nel libro parla dell'importanza della formazione politica, cosa pensa sia cambiato oggi?

“Il problema è proprio quello che succede tra la prima e la seconda Repubblica. - continua Ciocchetti- Nella prima Repubblica i partiti avevano una scuola di formazione ideologica personale che dava una maggiore forza nell’impegno di ciascuno. C’erano anche dei partiti ben definiti, oggi i partiti sono diversi e autoreferenziali, rappresentati da leader, all’epoca invece i leader erano tanti e c’era un confronto interno molto forte. C’era democrazia attraverso i congressi veri, no quelli di acclamazione che si fanno oggi, vi era anche un meccanismo di selezione della classe dirigente dal basso”

Quando nasce il suo impegno politico, pensa sia fondamentale avere un bagaglio di esperienze consistente per riuscire a ricoprire cariche di rilievo? 

“ Il mio impegno nasce da giovanissimo, prima in parrocchia poi come presidente del comitato di quartiere a 18 anni, poi attraverso l’incarico da consigliere di circoscrizione per poi passare al Comune, alla carica successiva di deputato, e via dicendo. Oggi molti purtroppo ricoprono cariche da sindaco, ministro e assessore, senza essersi occupati neppure della buca sotto casa, o del problema del disagio di una categoria che ha bisogno di aiuto ma all’improvviso si trovano a svolgere un ruolo politico amministrativo".

Qual è secondo lei il compito della politica nei confronti dei cittadini?

“Per me la politica è la mediazione di interessi, cioè io facendo politica devo cercare di trovare delle risposte a delle categorie sociali che vado a rappresentare cercando di trovare una mediazione, quindi costruire una risposta che sia in grado di poter raggiungere più persone e realtà possibili. Altrimenti basterebbe un burocrate qualsiasi, un computer qualsiasi, non ci sarebbe bisogno di un’amministrazione che abbia una politica al centro del governo delle cose. Oggi però manca tutto questo”.

I cittadini si sentono rappresentati dalle istituzioni?

“Il sistema elettorale nazionale è un sistema che allontana i cittadini dalle istituzioni, perché gli eletti sono decisi da pochi capi dei vari partiti. Mentre nella prima Repubblica per poter essere eletti al parlamento bisognava avere un contatto diretto, quotidiano tutti i 5 anni con il proprio collegio, con il proprio territorio, con le persone che si cercavano di sostenere, caricandosi anche i problemi delle aziende, delle imprese. -continua- Oggi non è così, tutto questo non ha senso perché dipende da come ti mettono in lista, sono liste bloccate o sono collegi già decisi prima, dove si sa già al 90 % dei casi chi vince e chi perde e quindi si è perso completamente il collegamento tra la gente, i cittadini e le istituzioni.”

Quali decisioni sarebbero utili per rinnovare la fiducia verso la rappresentazione politica?

 “Sostanzialmente i partiti dovrebbero tornare ad essere dei contenitori democratici dove è possibile il confronto, che ci sia la selezione della classe dirigente, sul merito e non sull’amicizia e infine che i sistemi elettorali lascino scegliere ai cittadini gli eletti, cosa che oggi non fanno”

Riguardo alle prossime elezioni comunali 

“Purtroppo avremo ancora dei mesi in più di un disastro di sindaco che continuerà a fare danni a questa città. Questo purtroppo è un problema serio. Penso e spero che il Centro Destra individui al più presto un candidato sindaco, per costruire un vero progetto per la città partendo dal decoro di Roma, perché la città è sporca ed ha bisogno di essere pulita dal centro alla periferia. Bisognerà mettere al centro anche la visione per il futuro ma innanzitutto guardare le cose relative all’attività di un’amministrazione che negli ultimi anni non sono state fatte”.

Quali sono ad oggi le vere necessità della citta?

“Il verde, i rifiuti, le strade e tutto il recupero della viabilità ma anche rimettere in moto l’economia. Il confronto tra Roma e Milano è impietoso, a Milano c’era la vecchia fiera ora c’è CityLife, mentre a Roma gli spazi che potrebbero essere rivalutati rimangono assolutamente abbandonati. Pensiamo ai vecchi mercati generali all’Ostiense, il centro carni sulla Palmiro Togliatti e tante altre realtà che potevano creare lavoro, occupazione e sviluppo. Infine va fatto un investimento sul trasporto pubblico poiché è completamente inefficiente, potenziare le linee tranviarie, l’integrazione tra linee ferroviarie e il trasporto pubblico locale, c’è da fare una rivoluzione importante con il lavoro di squadra insieme a un candidato sindaco credibile con un programma serio, in grado di poter cambiare il volto a questa città e consentirle di avere opportunità e futuro all’uscita di questa pandemia”

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