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Giunta Marino, tra i 'no' dei tecnici e le pressioni del Pd, la strada è in salita

Due dei tre nomi 'esterni' che ieri erano dati quasi per certi sembrano sempre più propensi a declinare. Ieri Marino ha incontrato Gasbarra e Patanè

“Un problema per le quote rosa in Giunta capitolina? Nessuna difficoltà, anzi ne abbiamo in abbondanza”. Non lascia trasparire alcuna incertezza il sindaco Ignazio Marino che davanti ai giornalisti non si fa cogliere impreparato sulla domanda sulla definizione della sua nuova squadra di governo. Ma i lavori, secondo quanto trapela, sono ancora in alto mare. “Ci stiamo lavorando. Dopo tornerò in ufficio e dedicherò il resto della giornata alla valutazione dei curricula. L'obiettivo è quello di avere una giunta preparata e selezionata in base alle competenze” spiega il sindaco che però non fornisce i tempi precisi di elaborazione.

Marino, a parole, non molla il punto, “valuterò i curricula” ha ribadito anche questa mattina, ma è ormai chiaro che nella definizione della giunta non potranno non essere ascoltate le indicazioni dei partiti della coalizione. Da un lato l'autonomia rivendicata dal sindaco, dall'altro l'equilibrio tra correnti di partito per una giunta 'stabile'. E proprio ieri è stata una giornata di incontri. Prima con l'ex sindaco Walter Veltroni in Campidoglio. Poi con il segretario del Pd del Lazio, Enrico Gasbarra, e con quello romano Eugenio Patanè che in seguito hanno incontrato a loro volta i consiglieri eletti.

“Con il sindaco Marino abbiamo parlato dell'importanza di tre figure” ha spiegato a margine dell'incontro. Tra queste, “la prima, è quella del presidente del Consiglio comunale”. Si allontana così l'ipotesi balenata nei giorni scorsi di affidare a Gemma Azuni, quota Sel, questo incarico, mentre sembra sempre più concreto il nome di Mirko Coratti, che però potrebbe essere dirottato su un assessorato. Al Pd dovrebbero andare dai tre ai cinque assessorati, mentre uno sicuro, quello di Luigi Nieri, è per Sel, che però ne chiede due. Alla fine la proposta del sindaco ha messo d'accordo tutti: “Marino ci ha detto che ci sottoporrà una squadra di Governo all'insegna della professionalità e delle competenze e noi daremo i nostri consigli” ha spiegato Patanè.

Qualche piccolo intoppo si è verificato anche sul fronte 'tecnici'. Due dei tre nomi dati quasi per certi nella giornata di ieri, con il passare delle ore sono sempre più lontani dal Campidoglio. Uno di questi è Giovanni Legnini, sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all'editoria, che era stato indicato per il Bilancio. Sembra sempre più propenso a declinare anche Marino Sinibaldi, direttore di Radio Tre, cui spettava la Cultura e che ora potrebbe finire a Rita Paris, capolista della civica di Marino, direttore per la Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma.

Altro nome in sospeso è quello della vicesindaco. Si cerca tra le donne. L'attenzione si è posata sulla deputata renziana Lorenza Bonaccorsi che però, per coerenza con quanto sostenuto da Marino fino ad adesso, dovrebbe dimettersi.

Una novità potrebbe invece arrivare per la mobilità. Un nome potrebbe essere scelto su segnalazione della rete di associazioni che si occupano del tema, Rete mobilità nuova. Ma anche questa è ancora solo un'ipotesi al vaglio e molto dipenderà dall'equilibrio che si riuscirà a raggiungere con la coalizione.  

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