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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Cinema Palazzo, dalla Giunta Raggi una memoria per la tutela vocazione culturale: l'acquisizione è tra le ipotesi

Roma Capitale "valuterà l’acquisizione del cinema Palazzo al patrimonio capitolino dei beni indisponibili ovvero a verificherà percorsi alternativi per tutelare la vocazione culturale"

La Giunta capitolina ha approvato una memoria che si propone di valutare tutte le attività utili a salvaguardare la vocazione culturale dell’ex Cinema Palazzo e la necessità del quartiere di spazi associativi. Il documento arriva dopo l’attivazione, nelle scorse settimane, del tavolo tecnico di confronto annunciato dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, il giorno dello sgombero, il 25 novembre scorso. Il tavolo è coordinato dall’assessore all'Urbanistica, Luca Montuori, con l'assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative, Valentina Vivarelli, e il vicesindaco con delega alla Crescita culturale, Luca Bergamo. 

A riguardo, con una nota, Roma Capitale ha confermato che “attraverso il Dipartimento del Patrimonio e Politiche abitative, avvierà tutte le attività propedeutiche a valutare l’acquisizione del cinema Palazzo al patrimonio capitolino dei beni indisponibili ovvero a verificare alternativi possibili percorsi procedurali per la salvaguardia della vocazione culturale del cinema, oltre a individuare i successivi percorsi partecipativi da attuare ove il bene fosse definitivamente acquisito al patrimonio di Roma Capitale da sottoporre, ad esito del confronto del tavolo Istituzionale, all’approvazione della Giunta”.

Secondo quanto scrive il Campidoglio, il documento approvato sottolinea come l’ex cinema “ha avuto una forte valenza nella memoria collettiva del quartiere oltre che nella storia del teatro italiano: un edificio storico-culturale destinato alla produzione e alla fruizione collettiva di arte e cultura in cui le attività svolte all’interno dei luoghi si fondono inscindibilmente con gli spazi fisici e con la loro naturale connotazione. Uno spazio riconosciuto dalla collettività come simbolo della partecipazione attiva che, esercita in forma sussidiaria funzioni indirizzate allo sviluppo della comunità, alla partecipazione alla vita culturale e alla coesione sociale”.

Per il Campidoglio si tratta di “un contributo fondamentale in un quartiere in cui le norme derogatorie del Piano casa regionale hanno permesso diverse trasformazioni non pianificate - tra cui ampliamenti e sostituzioni edilizie anche con cambi di destinazione d’uso - che hanno negli anni modificato e alterato la natura dei tessuti urbani e delle sue vocazioni”.

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