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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ostia

Spiagge libere, record negativo a Roma: 3450 metri continui di Lungomuro. "Non si fa nulla per abbatterlo"

Legambiente: "In questi luoghi non si rispetta la norma e si calpesta il diritto sacrosanto delle persone di poter andare in spiaggia"

A Ostia, il mare di Roma meno del 50% dell'arenile è di libero accesso, l'altro no. A denunciarlo è Legambiente con lo studio 'Spiagge libere nel Lazio 2020'. La legge regionale 8 del 2015 ("Disposizioni relative all'utilizzazione del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative") approvata nella precedente consiliatura, recita che i "comuni sono tenuti a riservare alla pubblica fruizione una quota pari ad almeno il 50% dell'arenile di propria competenza".

Secondo gli ultimi dati disponibili, pubblicati proprio da Regione Lazio e analizzati dai tecnici di Legambiente, tra i 24 comuni costieri sono cinque quelli dove questo limite viene oltrepassato: Roma (Ostia), San Felice Circeo, Terracina, Sperlonga e Minturno. 

A Ostia sono date in concessione a stabilimenti il 51,2% delle spiagge. Anche a Nettuno le spiagge concesse sono il 64,31%, percentuale che si abbassa al 41,5% e dunque rientrando in quella prevista dalla normativa, solo grazie all'arenile dell’area militare di Torre Astura dove, secondo la convenzione con Ministero della Difesa, è consentito l'accesso in 1.800 metri di spiaggia nei mesi di luglio e agosto e nei fine settimana.

"In cinque comuni del Lazio non viene rispettata la norma regionale e lì sono meno della metà le spiagge libere sul litorale – afferma Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – in questi luoghi si calpesta il diritto sacrosanto delle persone di poter andare in spiaggia senza dover pagare e, a cinque anni dall’approvazione della giusta legge regionale, è incredibile che non si sia riusciti a farla rispettare o che non si sia voluto. I Piani comunali di utilizzazione degli arenili, strumento attraverso il quale ciascuna amministrazione avrebbe dovuto correggere eventuali eccessi di concessione, non sono stati redatti o approvati nonostante una norma giustissima e chiara come il sole".

Il record negativo assoluto nel Lazio, in termini di continuità di litorale senza alcuna spiaggia libera, è di Roma. A Ostia in quello che proprio i dossier di Legambiente nel 2008, ribattezzavano il 'Lungomuro', nel tratto che va dal Canale dei Pescatori alla spiaggia libera di fronte al Camping Castelfusano: Quasi 3,5 km (per l'esattezza 3.450 metri lineari) di lungomare dove ci sono decine di stabilimenti uno dopo l'altro.

"Nel litorale di Roma è evidente l'eccessivo numero di stabilimenti balneari ed è chiaro che non sarà di certo il PUA in corso di approvazione, poco incisivo, a riportare la normalità la quasi totalità delle spiagge libere romane sono nella magnifica area di Castelporziano e Capocotta, mentre nell'area urbana c'è una continuità assurda di concessioni e piccole spiagge libere che si contano sulle dita di una mano. Il record di tre chilometri e mezzo senza spiagge libere e senza alcun varco per raggiungere il mare - conclude il presidente di Legambiente Lazio - è la conseguenza del lungomuro che ancora esiste, perché in tanti, negli anni, hanno permesso che fosse eretto e perché oggi si continua a non fare niente per abbatterlo".

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