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Da Albano a Rocca di Papa per dire No al pedaggio sul Gra

Si alza la protesta per il pagamento del pedaggio sul grande raccordo anulare. Molto critici i sindaci di Albano, Genzano Ariccia e Rocca di Papa sul provvedimento che colpisce i pendolari

I sindaci dei Castelli Romani si uniscono per dire no al pagamento del pedaggio sul grande raccordo anulare che va a colpire soprattutto i pendolari che ogni giorno si recano a Roma per lavorare e per studiare. Da Albano a Genzano, Da Ariccia a Rocca di Papa i sindaci esprimono la loro preoccupazione per l'avvio dei pedaggi nel mese di maggio.

"La notizia del Grande Raccordo Anulare a pagamento dal primo maggio prossimo, annunciata dal Presidente di Anas Pietro Ciucci, ci trova in totale disaccordo – afferma il sindaco di Albano Nicola Marini - È un provvedimento che colpisce tutti quei pendolari che quotidianamente devono raggiungere la capitale per motivi legati al lavoro o allo studio, e che già affrontano pesanti problemi di viabilità e non è giusto che abbiano un ulteriore balzello. Siamo pronti a sostenere un nuovo ricorso al Tar insieme con la Provincia di Roma".

A Nicola Marini fanno eco anche gli altri sindaci dei Castelli Romani. "Trovo assolutamente fuori luogo la decisione di partire con il pedaggio del Grande Raccordo Anulare da maggio prossimo – dichiara il sindaco di Castel Gandolfo Maurizio Colacchi – perché si tratta di una decisione che va a gravare su studenti, lavoratori e pendolari. Si dovrebbe invece intervenire con progetti che migliorino la comunicazione tra la i Comuni della provincia e la capitale, e non disincentivarla".

"Non è possibile prendere decisioni del genere senza considerare le nostre istanze – afferma Boccia, sindaco di Rocca di Papa – e senza confronto con i sindaci del territorio. Se non verremo ascoltati, troveremo nuove forme di protesta per far valere i nostri diritti".

Categorico anche il Sindaco di Ariccia Emilio Cianfanelli: "Siamo di fronte all’ennesimo balzello imposto ai cittadini. Questa politica attuata dal centrodestra di chiusura “con i cavalli di Frisia” nell’area romana costituisce un grave danno per Roma ed il suo hinterland, nonché per l’intero indotto economico che gravita sulla Capitale. Il tutto solo per fare cassa, senza dare soluzioni concrete ai problemi della mobilità e della viabilità. Per questo esprimiamo ferma contrarietà a quest’atto unilaterale che penalizza ulteriormente i nostri concittadini".

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