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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

EMERGENZA CARCERI IL LISIAPP della Polizia Penitenziaria invia una nota alla Vice Presidente del Parlamento Europeo

“Le strutture detentive italiane e gli organici carenti del personale al centro della lettera dell’organizzazione sindacale”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

“La situazione degli istituti penitenziari nel nostro paese ha ormai raggiunto livelli di vera e propria emergenza - è stata spesso, in questo ultimo periodo al centro di gravissimi episodi di cronaca”. Esordisce cosi la nota inviata dalla segreteria Generale del Libero Sindacato Appartenenti alla Polizia Penitenziaria LiSiAPP alla vice presidente del parlamento europeo Onorevole Roberta Angelilli.

“Riteniamo che queste problematiche che affliggono il sistema penitenziario e anche gli appartenenti alla polizia penitenziaria siano un problema che si possa affrontare a livello europeo. Noi crediamo - afferma il segretario generale LiSiAPP Dott. Mirko Manna - che sia anche un dovere morale verso i poliziotti penitenziari che operano negli istituti di pena della repubblica per sollecitare tale discussione.

“La drammaticità della situazione - continua ancora la nota Lisiapp - tuttavia, impone di non lasciare nulla d’intentato affinché si individuino soluzioni possibili e percorribili”. “Siamo certi, d’altronde - sottolinea Manna - che sia ben presente in voi quante e quali siano le tensioni che si registrano all’interno dei penitenziari. Tensioni che nelle ultime settimane hanno già causato “incidenti” e aggressioni varie. Parlare, quindi, di una vera e propria “bomba a orologeria” pronta ad esplodere non è certamente alimentare facile allarmismo, piuttosto corrisponde a definire un quadro tangibile dell’attuale realtà.

Da anni il sistema penitenziario italiano è costretto a subire gli effetti delle gestioni centrali che determinano penalizzanti condizioni operative per chi lavora nei reparti detentivi.


“I casi più problematici – sottolinea il dr. Luca Frongia Segretario Generale agg. del LiSiAPP sono quelli di un sovraffollamento carcerario che arriva a quota 68.000 circa detenuti presenti a fronte di una capienza regolamentare nazionale di circa 45.000.


“Noi tutti - dichiara Frongia, abbiamo avvertito la necessità di informare e coinvolgere direttamente la rappresentanza politica Europea alfine, anche attraverso azioni sinergiche, dicontribuire all’individuazione e alla determinazione diquegli interventi propedeutici a deflazionare le attuali difficoltà, come è già avvenuto in altre realtà dell’Unione Europea. Ci pare di poter affermare, in tutta serenità, che il problema, comunque, non è circoscritto o afferente ai soli addetti ai lavori.

E’ l’intera società che attende, da chi esercita responsabilità politiche e amministrative, quelle garanzie in relazione alla sicurezza sociale che, in assenza d’interventi urgenti, sarà ben presto compromessa. Inoltre gli innumerevoli episodi d’insofferenza, le tante e troppe aggressioni al personale e le manifestazioni di protesta all’interno delle carceri registrati nelle ultime settimane sono segnali inequivocabili di una possibile degenerazione, di cui non è possibile definire i contorni e prevederne gli effetti anche alla luce che il carcere non possa in alcun modo essere inteso come un luogo dove stipare ed ammassare i rifiuti sociali per poi gettare la chiave.

Non si può affermare - conclude Manna - alcuna certezza della pena in assenza di condizioni detentive rispettose della dignità umana. Analogamente è impensabile che operatori dello Stato chiamati ad affermare l’autorevolezza dello Stato attraverso percorsi riabilitativi siano costretti a prestare la propria opera in luoghi insalubri e privi di igiene. E’ impensabile che si possa continuare a chiedere a questi operatori dello Stato di lavorare subendo la sistematica prevaricazione dei propri diritti”.

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