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Atac, Associazione diritti pedoni: "Con Piano industriale le mani nelle tasche degli utenti"

L'associazione Diritti dei Pedoni commenta l'approvazione del Piano industriale dell'Atac

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

Nel febbraio 2011, l’ad, Maurizio Basile, presentò al CdA dell’Atac il Piano Industriale (150 pagine) con l’obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2013. Il 14 luglio 2011 il CdA ATAC approva il Piano Industriale per risanare l'azienda entro il 2015 e, subito, sbaglia strada: mette le mani nelle tasche di quel 18,2% di persone della mobilità cittadina che già utilizza il TPL - Trasporto Pubblico Locale (Atac+Cotral+Metro+Trenitalia+Taxi).

“In questa Roma dalla notevole incidentalità stradale, nella quale da cinque anni è stata dichiarata l’Emergenza da Traffico (DPCM 4.8.2006) ed il Sindaco nominato Commissario a tale Emergenza (OPCM 24.9.2006) – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Diritti dei Pedoni–ADP, Vito Nicola De Russis – il CdA ATAC aveva l’obbligo di assumere dei provvedimenti su legalità, frequenza, puntualità, pulizia ed informazione al fine di trasferire delle consistenti quote di mobilità dalla privata al TPL. La convenienza dell’uso del TPL sul mezzo privato deve essere evidente e rilevante. Il CdA ATAC, clamorosamente, sbaglia strada mettendo le mani nelle tasche di chi già sostiene il TPL: AUMENTA del 50% il costo della corsa”.

Tale aumento, forse, porterà qualche euro in più nelle casse dell’ATAC, ma fa rimanere nei sogni la realizzazione, a Roma, del “servizio di trasporto pubblico” ovvero del rispetto dei diritti e della dignità di tutti coloro che utilizzano il mezzo pubblico. Il CdA consolida tutti gli elementi alla base dell’emergenza; “provoca” la coscienza dei suoi utenti; riduce la sua credibilità ed alimenta la sfiducia e la distanza tra utenti ed amministratori della cosa pubblica. Si vuole continuare a gestire i mezzi pubblici di trasporto ignorando gli indicatori di servizio e, quindi , ignorando le azioni necessarie per modificarli in meglio.

“L’Aumento del costo biglietto ATAC, unito all’aumento del tempo di validità del biglietto – sostiene il presidente dell’ADP – conferma, inequivocabilmente, l’utilizzo del provvedimento di Emergenza per il solo problema della realizzazione del PUP (Piano urbano parcheggi). Per il CdA Atac tutto il resto va bene. L’ADP suona la campana perchè, in campo internazionale, il biglietto sul traffico disumano romano pesa molto negativamente.”

Resta immutata la frequenza massima di 60’ stabilita per il 98% delle linee ATAC. (All.)  Resta immutata, dal 2000, il TPL su “ferro” che doveva svilupparsi con 35 opere (12 di Metro; 10 di Tram; 13 di Ferrovia) e solo su 3 ci sono i “lavori in corso” (ma, con 3.640,9 milioni di euro a fronte di un costo che, attualmente, supera i 4.300 milioni di euro ci saranno difficoltà a realizzarle. Fonte: Isfort)

Le “Fermate degli autobus” sono oltre 8.000: oltre l’80% di queste sono perennemente occupate “a rotazione” (in assenza di volontà istituzionale al rispetto della legalità); pochissime fermate hanno la striscia gialla a zig-zag che precede e segue l’area dello stallo; oltre il 90 % sono prive di pensiline; si è “imposto” l’assenza dei cartellini degli orari dei passaggi. Le “corsie riservate” al TPL non esistono. Ci sono, invece, circa 110 km. (su 2.250 km. di rete) di corsie a pelle di leopardo che, normalmente, vengono utilizzate illegalmente da mezzi privati (in assenza di volontà istituzionale al rispetto della legalità).

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