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VIDEO | Suicidio assistito, dopo 90 giorni la proposta di legge regionale è ancora in un cassetto

Alla conferenza stampa organizzata alla Pisana anche Marco Cappato e Filomena Gallo dell'associazione Luca Coscioni

Fornire procedure e tempi certi del Servizio sanitario nazionale (e quindi regionale) per la verifica delle condizioni e delle modalità di accesso alla morte medicalmente assistita. Questi i presupposti alla base della proposta di legge regionale, a firma dei consiglieri Marietta Tidei (Italia Viva) e Claudio Marotta (Verdi e Sinistra) che dallo scorso novembre è in attesa di essere discussa nell’aula consigliare della Regione Lazio.

E per ribadire la sua importanza, anche a seguito della vicenda che ha riguardato Sibilla Barbieri che più di tre mesi fa si recò in Svizzera per porre fine alle sue sofferenze, nella mattinata di oggi, mercoledì 21 febbraio, si è tenuta una conferenza stampa nella Sala Etruschi della Pisana alla presenza anche di Marco Cappato e Filomena Gallo dell’associazione Luca Coscioni, promotore della legge e della campagna “Liberi subito”.

La morte di Sibilla Barbieri, la politica torna a discutere di suicidio assistito

Filomena Gallo illustra, attraverso le storie e le regioni in cui si sono consumate, la disapplicazione della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani, sentenza che, ricordiamo, ha valore di legge: “Da allora il suicidio assistito non è più reato in Italia - ricorda l’avvocato -. Questa proposta legge regionale è stata scritta insieme alle persone, ai malati, e ribadisce il diritto di uguaglianza". La proposta di legge è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali  Valeriani, Mattia, Battisti, Panunzi, Droghei, Novelli e Zuccalà. Attualmente, nonostante l'assenza di una legge nazionale, alle persone in possesso dei requisiti non vengono garantiti tempi certi nella procedura di verifica e attuazione.

Marco Cappato, durante il suo intervento, si rivolge ai consiglieri di maggioranza: "Se non siete d'accordo su quanto indica questa legge diteci voi come va fatta, perchè se si vuole fare prevenzione al suicidio serve avere tempi certi soprattutto per le persone che non hanno i requisiti ma necessitano di assistenza - ricorda Cappato -. Ma se si vuole boicottare questa che ha valore di legge dello Stato, saremo su posizioni differenti. Va ricordato che dove c'è stato un tentativo di boicottaggio è intervenuto il tribunale, a conferma che questo sia un diritto". Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Liberi subito, ricorda che “sono otto le regioni che hanno dato ammissibilità alla legge. Nel Lazio - continua Mainardi -, abbiamo dato informazioni sul suicidio assistito ad almeno a 625 persone dal 2019, ma ci sono solo due procedure avviate. Cos’è  successo alle altre persone? L'Istat rivela che il 46% dei suicidi in Italia è legato a  questioni mediche, e il suicidio privato è una sconfitta per lo Stato”.

“Una questione importante che va gestita lontano dalle logiche ideologiche - spiega Tidei -. Qui si tratta di far applicare una sentenza e garantire un diritto che è già sancito nel nostro ordinamento”. Nella legge è prevista una commissione permanente multidisciplinare competente (con diverse figure professionali) che si deve recare a casa della persona che ne fa richiesta per verificare soprattutto se ci sono alternative terapeutiche. “Ho sottoscritto la proposta di legge regionale presentata dai colleghi Tidei e Marotta perchè il diritto al fine vita è già stato stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale - dice la consigliera regionale del Partito democratico, Eleonora Mattia -, le Regioni, le Asl e le singole strutture sanitarie devono applicarlo e garantirlo, definendo le procedure adeguate assieme a tutte le autorità competenti e agli operatori del settore socio sanitario”.

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