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Spari per un’eredità contesa: arrestato giovane di Fonte Nuova

Eseguita un'ordinanza di custodia cautelare per un 20enne di Fonte Nuova che la notte dello scorso 3 marzo sparò dei colpi di fucile sul portone di casa dello zio per intimidirlo per una questione ereditaria

Un’eredità contesa a colpi di fucile. Dodici proiettili sparati sul portone di casa dello zio per intimidirlo più un’altra scarica di pallottole esplosa contro un furgone utilizzato dalla zia. Nei giorni successivi delle telefonate minatorie, ma questa volta nei confronti di un altro parente, il tutto sempre per una questione di carattere ereditario. Intimidazioni perpetrate nel Comune nomentano lo scorso mese di marzo. A distanza di 8 mesi i carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Monterotondo, coordinati dal capitano Domenice Martinelli, chiudono il cerchio eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria tiburtina negli ultimi giorni di settembre, nei confronti di S.D.C. 20enne di Fonte Nuova.

LE INTIMIDAZIONI: Nella notte tra il 2 ed il 3 marzo scorsi il giovane aveva esploso alcuni colpi di fucile calibro 12 in direzione della porta di ingresso dell’abitazione di suo zio. Inoltre, nella stessa circostanza, alcuni colpi dello stesso tipo erano stati fatti esplodere colpendo un furgone parcheggiato nei pressi ed in uso alla moglie del suo parente. Nel corso del sopralluogo da parte dei Carabinieri, sul luogo dell’evento furono rinvenute e sequestrate 3 cartucce calibro 12 del tipo Nobel Sport, marca CGM Marciano. All’epoca dei fatti i militari, insospettiti e consapevoli che tra il giovane ed i suoi parenti vi era una contesa di carattere ereditario, si erano recati presso la sua abitazione dove, nel corso di una perquisizione, avevano rinvenuto e sequestrato 5 bossoli di cartucce calibro 12 esplose della stessa marca, calibro e colore di quelle sequestrata a casa delle vittime; un’altra cartuccia inesplosa era stata rinvenuta a bordo della Renault Clio di proprietà del giovane malvivente.

LE INDAGINI: Grazie all’ausilio delle indagini scientifiche, tutti i colpi sono risultati essere stati esplosi da un medesimo fucile a funzionamento semiautomatico o ‘a pompa’, non ancora rinvenuto dai militari. Nei giorni successivi al tentativo di intimidazione, il giovane aveva anche eseguito alcune telefonate minatorie ed anonime, nei confronti di un altro zio, anch’egli pregiudicato, sempre per questioni di carattere ereditario. Pochi giorni prima del suo violento gesto, i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo gli avevano anche notificato un avviso orale emesso dalla Questura di Roma, per invitarlo a cambiare condotta e stile di vita. S. D. C., molto conosciuto nel territorio di Fonte Nuova, infatti annovera – seppur giovanissimo – un notevole curriculum criminale: numerosi i suoi precedenti per ricettazione, danneggiamento, violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. Associato presso la Casa Circondariale “Rebibbia” di Roma, dovrà rispondere anche di tentata estorsione.

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