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Filippo Giannitrapani

Collaboratore Sport

Luis Alberto-Sarri: un matrimonio che non s'ha da fare

Luis Alberto da stella della Lazio di Inzaghi è finito ad essere un panchinaro per Maurizio Sarri. Modulo, stile di gioco e rapporto col tecnico i motivi per cui il Mago non è un uomo da Sarrismo

La sconfitta di Verona lascia tanti problemi in casa Lazio. Fra questi c'è senza ombra di dubbio la gestione di Luis Alberto. Il fantasista spagnolo trasformato in mezzala da Simone Inzaghi e adesso relegato in panchina dal nuovo allenatore laziale.

L'avvento di Sarri alla Lazio aveva fatto sognare i più, vedendo proprio in Luis Alberto la stella del futuro sarrismo biancoceleste. Mai previsione fu più errata. Il Mago non rientra proprio nello stile di Sarri per tanti motivi.

Il primo è sicuramente il rigore del gioco del tecnico ex Juventus. Maurizio Sarri lascia poco spazio all'inventiva, il suo gioco passa per dei principi chiari, fissi quali il possesso palla, la difesa alta, la pressione immediata. Luis Alberto invece è un giocatore che deve girare libero sulla trequarti avversaria e costruire, inventare la giocata, l'assist o il tiro in porta. Lo spagnolo nasce seconda punta, trequartista ed è stato Inzaghi a trasformarlo in una mezzala di qualità. 

Il secondo motivo per cui Sarri ha destinato alla panchina l'ex Liverpool è l'equilibrio della squadra. Lo spagnolo e Milinkovic-Savic secondo Sarri non possono giocare insieme, e il tecnico al serbo non ci rinuncia. Luis Alberto potrebbe non essere d'accordo con questa affermazione, anzi non lo è proprio e lo ha esternato pure. “Wow, tu pensa che c......e Simone Inzaghi che li ha fatti giocare e vincere per cinque anni. I giocatori forti devono giocare sempre se no non sei un grande allenatore, caro Sarri” è stato un tweet di un tifoso biancoceleste nel post Lazio-Marsiglia a cui Luis Alberto ha lasciato un cuoricino di approvazione. Con Inzaghi Luis Alberto però giocava in un 3-5-2, con difesa bassa e due esterni che in realtà erano due giocatori difensivi (Lulic più di Lazzari) e questo permetteva allo spagnolo di giostrare perlopiù libero da catene difensive. Nel 4-3-3 di Sarri la musica è diversa. Davanti trovano posto tre attaccanti (Immobile, Pedro e Felipe Anderson), la difesa ha un baricentro molto più alto e lo stesso Milinkovic non si butta più in avanti come faceva con Inzaghi ma anzi, gioca molto più il pallone anche spalle alla porta. Il serbo si è adattato, o meglio si sta adattando a quello che richiede il nuovo allenatore, lo spagnolo sembra un pesce fuori dall'acqua. 

Altra ragione è il rapporto fra giocatore e allenatore. Per Inzaghi, Luis Alberto era il perno della Lazio. Fu proprio l'ex tecnico biancoceleste a trattenere lo spagnolo nella Capitale e poi a lanciarlo nella sua Lazio. Di lui lo spagnolo ha detto in un'intervista: "Per me è stato come un padre". Inzaghi faceva sentire il calciatore speciale, importante. Diverso il discorso con Sarri. Alle grandi aspettative non sono seguiti i fatti. L'idillio sportivo tanto annunciato non è sbocciato, già ad Auronzo in ritiro col ritardo e le scuse di Luis Alberto. E le utlime panchine non hanno aiutato. Ma per Sarri nessuno è essenziale. Ecco le parole del tecnico nel post Verona-Lazio proprio sul calciatore spagnolo: "Io lavoro per il davanti della maglia e cerco di aiutare il dietro ma non farò mai il contrario. Metterò tutti nelle condizioni di rendere al meglio ma il mio interesse primario è la squadra e la Lazio”.

Visti e analizzati tutti questi punti non è da escludere un addio, anche a gennaio di Luis Alberto alla Lazio. Sarri non sembrerebbe nemmeno scontento della cessione ma anzi, investirebbe subito quel denaro per giocatori più funzionali alla sua Lazio: un difensore centrale e una mezzala, adatta al suo gioco. 

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