Il villaggio oltre il fiume in scena alla Città dell'Altra Economia
Avvinato a un delizioso aperitivo, sia per piccino che per grandi alla città dell'altra economia presso il ristorante Stazione di posta potremo godere lo spettacolo "il villaggio oltre il fiume", liberamente ispirato al romanzo "Il meraviglioso paese oltre la nebbia" della scrittrice Kashiwaba Sachiko, lo spettacolo narra le vicende di Tiko, una vivace dodicenne che, guidata dal destino, si imbatterà nel fantastico mondo della città incantata.
A regnare su tutte le creature del villaggio, popolato dagli spiriti della natura, è la potente maga Yubàba, donna avida e superba. Il suo apprendista mago, il giovane Hakù, legato a Tiko da un affetto che rimarrà inizialmente avvolto nel mistero, la aiuterà a superare i tanti ostacoli e le innumerevoli disavventure che accompagneranno il suo ingresso nel nuovo mondo. Tiko verrà risparmiata da Yubàba a patto che lavori duramente nella sala delle caldaie, cuore delle terme della città. É per questo che firmerà il contratto che la priverà del suo vero nome, rendendola schiava proprio a causa della perdita della sua identità.
Giunti all'apice dell'azione drammatica, sarà l'intervento della maga buona Zeniba, nonché odiata gemella di Yubaba, ma soprattutto l'amicizia che oramai lega i due giovani, a salvare le sorti della ragazzina e dei suoi genitori, imprigionati e trasformati in maiali dalla strega. Tiko, dopo aver affrontato quest'importante percorso di crescita, dovrà quindi salutare il suo nuovo amico Hakù, con la promessa però di incontrarsi ancora, un giorno... oltre il fiume.
Il villaggio oltre il fiume è principalmente una favola sulla purezza e sulla semplicità d'animo, il coraggio, l'amicizia, l'altruismo ed il sacrificio di se stessi per il bene altrui. Tiko, che all'inizio del racconto si rivela piuttosto capricciosa, imparerà poi ad apprezzare tutto ciò che aveva sempre dato per scontato, come il sostegno e l'affetto dei suoi genitori.
In un mondo fatato al di là del tempo e dello spazio inizierà ad essere responsabile, divenendo addirittura un'eroina pronta a salvare il suo amico Hakù dalle grinfie della crudele maga Yubaba. Pur non essendo dotata di superpoteri, né di doti fisiche fuori dal comune, riuscirà infatti a sconfiggere anche il più potente dei sortilegi tramite la sola forza di volontà e la sua bontà d'animo, qualità del tutto umane. Questo racconto ci insegna infatti che la magia esiste anche al di qua di quel fiume, nel nostro mondo, basta solo imparare a guardare...
Note di regia
Lo spettacolo è di genere fantastico-narrativo e si serve di una scenografia mobile che ruota e cambia aspetto accompagnando ogni momento della storia che viene raccontata.
Esclusa la protagonista Tiko, gli altri quattro attori sono a servizio della scena interpretando, grazie ai cambi d'abito, anche più ruoli.
La pièce si sviluppa attraverso un'alternanza di quadri, composti ad arte per non perdere mai di vista la trama della storia e per dare una svariata gamma di ambienti e suggestioni.
Il ritmo farsesco dell'inizio è interrotto da un evento drammatico, poi un incontro poetico, ed ecco il grottesco e ancora comico, sociale, moderno, magico.
Fondamentale apporto è quello musicale, che accompagna gran parte della rappresentazione, e quello coreografico, di cui talvolta si fa un uso più buffo, talvolta più allegorico.
Nella realizzazione delle scene ci si è ispirati alle più svariate tecniche: dal tai-chi alla capoeira, dalla giocoleria alla danza contemporanea.
In alcuni momenti, inoltre, ci si serve di uno speciale effetto fluo (realizzato grazie alla lampada wood di cui dispone la compagnia) che donerà ancor più magia e mistero alla messa in scena.