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Cronaca

Finti diritti sui film di Totò: scoperta truffa da 21 milioni di euro

Smascherata una società dedita alla truffa e alla falsa fatturazione. Un produttore cinematografico e un pubblicitario gestivano dal 2008 la falsa compravendita di diritti dei quali non erano titolari

Una frode fiscale da 21 milioni di euro. Responsabili, un produttore cinematografico e un pubblicitario, arricchitisi con false compravendite di “diritti per l'estero” di 133 pellicole italiane. Tra i titoli, alcuni celebri lavori di Totò, Totò al Giro d'Italia, Totò nella fossa dei leoni, Totò le Moko.

VENDITA FALSA DI DIRITTI PER L'ESTERO - Non era mai stato in possesso di alcuno dei diritti falsamente venduti agli sprovveduti acquirenti. Il produttore e il suo socio nell'affare malavitoso avevano orchestrato una vera e propria macchina della frode, smascherata  dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nell’ambito di un’inchiesta della locale Procura della Repubblica su un giro di fatture false per operazioni inesistenti.

ANOMALO INCREMENTO DEL CONTO IN BANCA - Dai controlli effettuati dal Nucleo di Polizia Tributaria, gli agenti hanno notato un anomalo incremento, nel 2008, dei proventi del produttore cinematografico. La lievitazione risultava da una vendita di diritti d'autore su 133 film storici italiani, rilevati per 11 milioni di euro. Diritti dei quali l'uomo non era mai stato titolare, e che in alcuni casi sono risultati di proprietà della Rai. Le due società italiane coinvolte nell'operazione, hanno dunque maturato un credito IVA milionario non spettante attraverso false fatturazioni.

IL GIRO DI DIRITTI FASULLI - I diritti - che risultavano venduti ad un cliente americano operante nel settore cinematografico e televisivo - sono stati cartolarmente acquisiti per 10 milioni di euro da una società di comunicazione, che a sua volta ha sostenuto di averli acquistati da un soggetto pakistano.

SEQUESTRO E RESTITUZIONE IMPOSTE EVASE - Immediata l’emissione di un provvedimento di sequestro preventivo dei beni, due appartamenti ubicati a Roma, del valore di circa due milioni di euro, di proprietà rispettivamente del noto produttore cine-televisivo e del pubblicitario. Qualora seguisse la loro confisca “per equivalente”, essi garantiranno la pretesa dell’Erario in relazione al credito vantato per le imposte evase, le pene pecuniarie e gli interessi maturati.

DENUNCE - Denunciati alla Procura della Repubblica di Roma i rappresentanti legali delle due società. I due truffatori invece risponderanno anche di violazioni alla normativa antiriciclaggio, per il trasferimento all’estero di denaro contante per circa due milioni di euro.

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