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FAQ Rom

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A cura di Danilo Giannese

Frequently Asked Questions: domande frequenti per conoscere e approfondire il tema rom e sinti. Danilo Giannese, responsabile comunicazione dell'Associazione 21 luglio, racconta fatti e storie per smontare stereotipi e pregiudizi.

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Da un campo rom a Roma all’università La Sorbona 

Da un “campo rom” a Roma, dove per sopravvivere la sua famiglia si vedeva costretta a chiedere l’elemosina per strada, all’università La Sorbona di Parigi, una delle più prestigiose d’Europa, dove studia per diventare magistrato.

È la storia di Anina Ciuciu, giovane rom rumena di 26 anni, che nei prossimi giorni, dopo ben 19 anni, rimetterà piede a Roma per partecipare ad alcuni eventi organizzati da Associazione 21 luglio in occasione della Giornata Internazionale dei Rom e Sinti, che si celebra l’8 aprile di ogni anno. 

Venerdì 8 aprile, in Senato, nel corso di un dibattito che seguirà la proiezione al pubblico del film “Gitanistan. Lo Stato immaginario delle famiglie rom salentine”  - Sala dell’Istituto Santa Maria in Aquiro, Piazza Capranica 72, Roma, ore 18.30 – Anina racconterà la sua storia. 

Parlerà della vita di stenti che ha dovuto affrontare quando, all’età di sette anni, è dovuta scappare dal suo Paese, la Romania, per raggiungere l’Italia e Roma. Parlerà di come si sentiva a ritrovare la sua vita, la sua infanzia e i suoi sogni soffocati, seppur per qualche mese, nella dinamica ghettizzante e discriminatoria del “campo rom”. Chissà, se fosse rimasta in quella baraccopoli probabilmente avrebbe continuato a mendicare per sopravvivere, condannata a una esistenza di difficoltà e degrado, di esclusione sociale e rinuncia ai propri sogni e alle proprie aspirazioni. 

Andrà ascoltata con attenzione la testimonianza di Anina, la cui autobiografia dal titolo “Je suis Tzigane et je le reste” è già stata pubblicata in Francia, perché ci dimostra che vivere in un ghetto quale è un “campo rom” non è frutto della scelta e dei desideri di una famiglia rom, bensì l’effetto devastante di politiche discriminatorie su base etnica che in Italia, e nella Capitale in particolare, sono state ritagliate su misura per i rom, basandole sul presupposto infondato del presunto nomadismo di famiglie che non vorrebbero vivere come tutti gli altri, in una casa, nella società.

Da quella baraccopoli romana, nel lontano 1997, Anina e la sua famiglia riuscirono ad andar via e a trasferirsi in Francia dove, grazie all’iniziale aiuto di due donne, trovarono un appartamento. Anina è andata a scuola, ha studiato il francese, si è laureata in giurisprudenza e ora frequenta un master alla Sorbona. Dice di sentirsi profondamente francese, oltre che rom e rumena. Europea nell’essenza, insomma.

Ha avuto una opportunità Anina e l’ha colta al volo. Così come l’ha colta la sua famiglia. Quelle stesse opportunità che invece la politica della ghettizzazione nelle baraccopoli romane annienta in modo inesorabile. E con esse i sogni, le speranze e il futuro delle persone che vi vivono.

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