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Elezioni Comunali Roma 2021

INTERVISTA | Primarie Municipio VII, Alessandro Luparelli: "Portiamo nella competizione radicalità e coraggio"

Da anni in prima linea sul fronte del lavoro, della cultura e dell'ambiente, Alessandro Luparelli è il candidato di Liberare Roma: "Conosciamo il territorio e ci siamo sempre stati. Siamo competitivi"

Alessandro Luparelli, 47 anni, è il candidato di Liberare Roma nelle primarie di centrosinistra del Municipio VII. Storico portavoce della rete Cinecittà Bene Comune, conosce bene il territorio in cui vive e porta nella competezione elettorale l'esperienza delle tante vertenze che seguite negli anni.

Luparelli, con Cinecittà Bene Comune siete stati protagonisti di molte iniziative, nel sociale come nell'organizzazione di eventi culturali. Qual è la situazione in questo settore che, penso al cinema, ha un ruolo così importante nel suo territorio?

La cultura rappresenta un vettore di crescita economica che però va alimentato perché il comparto dell'audiovisivo ha sofferto la pandemia e lo stesso discorso vale per i lavoratori nel settore della musica e del teatro. Un aiuto nei loro confronti potrebbe arrivare proprio dal Municipio, che però deve mettere a disposizione strutture adeguate. Il Municipio VII deve fare la sua parte, perchè abbiamo un solo cinema aperto, non c’è un auditorium, non ci sono teatri di cintura. Di quello a Villa Lazzaroni l'attesa apertura non c'è più stata, per non parlare del teatro Novecento, ormai quasi dimenticato.

Secondo lei qual è stata la pecca peggiore dell’attuale amministrazione?

E’ stata quella di non aver provato a ricostruire, in maniera forte, dei rapporti con i comitati, i movimenti, le realtà sociali. Il terzo settore che è stato abbandonato. Penso a realtà come Lucha y siesta, agli spazi aggregativi giovanili ed anche ai servizi sociali. Ancora aspettiamo siano votati degli emendamenti al piano regolatore sociale, che è stato scritto come fosse una fotocopia di quello del 2019. Senza considerare che era già vecchio allora e che, in aggiunta, la pandemia ha complicato il quadro, creando altre fragilità. 

In una competizione, quella delle primarie di coalizione, a cui partecipano due esponenti del PD, la sua candidatura finisce per essere quella dell'outsider?

La mia è una candidatura che allarga il campo. Per governare c’è bisogno di incrociare saperi, di mettere in campo esperienze che vengono dal mutualismo e dalla società civile. Io ho fatto opposizione per tanto tempo, sempre sui territori, con il centro sociale Spartaco. Noi facciamo un lavoro complicato di ricerca del minimo comune denominatore, non rispondiamo alle segreterie, alle indicazioni che arrivano dall’alto. Facciamo i conti con le realtà che esprime il territorio. E lo facciamo con radicalità e coraggio. Nei partiti ci si ingessa facilmente nelle varie correnti, noi invece diamo retta alle spinte dal basso. 

Non sarebbe nemmeno il primo outsider a spuntarla nell’eventualità di una sua elezione...

Esatto, è così. Abbiamo avuto Sandro Medici nell'ex Municipio X ma anche Susi Fantino, che era espressione di SEL. La stessa Monica Lozzi, in qualche modo, lo è stata. Con Liberare Roma portiamo intanto nelle primarie un pezzo in più, la rappresentanza di figure sociali che si sono sentite abbandonate e che rivendicano l'esigenza di risposte coraggiose. Ci chiedono di esporci, di essere radicali, su questioni in cui altri sono troppo ingessati, dall’ambiente alla scuola alla mobilità. Ritengo che abbiamo i numeri però per essere competitivi con i candidati della coalizione.

La mobilità è un tema importante  in questo municipio, in cui convivono i quartieri ultra consolidati e trafficati, delle zone centrali, con quelli mal collegati delle periferie. Come si trova la quadra?

Bisogna innanzitutto continuare ad investire sulla cura del ferro. Occorre portare la linea ferroviaria da Piazza Cinecittà a Ponte Mammolo, cosa che finirebbe per decongestionare la Tuscolana. Nelle periferie invece si deve rafforzare il trasporto pubblico su gomma. Tornando alla linea ferroviaria, io sono dell’avviso che vadano create tre fermate, non stazioni, a Morena, Selinunte e piazza Zama,perché finirebbero per attenuare il traffico. 

Si sono fatte tante ciclabili invece. Lei che ne pensa?

Credo che non bisogna cedere nell’ideologismo. Le opere devono viaggiare in parallelo, altrimenti si creano disagi. Penso quindi che misure come quelle messe in campo su via La Spezia e via Taranto, pensate per agevolare i ciclisti senza prevedere altro, finiscano solo per rendere ancora più caotica la situazione. Zone 30, ciclabili ed isole pedonali vanno bene, ma non da sole: devono essere inserite all’interno di interventi più strutturali.

Cosa farebbe Luparelli, presidente del Municipio VII, nei primi 100 giorni di mandato?

Partirei dalla rigenerazione del territorio. Abbiamo beni confiscati alla criminalità, sulla Tuscolana, che restano incredibilmente chiusi. Non solo. Abbiamo censito le saracinesche abbassate in immobili di proprietà pubblica e sono davvero tante. Io credo si debba far leva su questo patrimonio immobiliare, che può creare opportunità di lavoro nel territorio. E poi farei degli atti molto forti sulla casa, perchè ad ottobre vanno in vendita immobili che molti inquilini non sono in grado di acquistare. Con le pensioni che ricevono faticano anche a pagare gli affitti negli alloggi che sono degli enti previdenziali. Un altro paio di cose che farei subito è lavorare per l’apertura di un centro giovanile a Don Bosco e per relizzare  un municipio solidale, puntando sul rilancio dei servizi sociali oggi ridotti a pezzi.
 

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