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Regionali Lazio 2013

Baldassari: "Vivere e lavorare nel Lazio costa di più. Colpa della malagestione"

Intervista ad Alessandra Baldassari, candidata alla presidenza della regione Lazio per "Fare per fermare il declino"

Alessandra Baldassari, imprenditrice nel campo farmaceutico, scende in politica con il movimento di Oscar Giannino. "Meno sprechi e meno tasse" uno dei suoi obiettivi.

Perchè ha scelto di candidarsi alla presidenza della Regione Lazio con "Fare per fermare il declino"?

Vengo dall'esperienza delle imprese, prima come dipendente poi nel campo manageriale e infine come imprenditrice e mi sono sempre scontata con la difficoltà di un sistema Paese che non funziona e che rema contro le capacità imprenditoriali che, al contrario, dovrebbe valorizzare. Mi sono lamentata di questa situazione per molti anni. Dopo aver ascoltato Oscar Giannino ho aderito alla sua proposta politica in cui ho trovato le motivazioni e il giusto entusiasmo per provare a mettere in atto un cambiamento costruttivo.

"Fare per fermare il declino" è un movimento nuovo. Cosa vi contraddistingue dalle altre proposte nel Lazio?

Noi siamo l'unica alternativa contro il declino che sta distruggendo l'intero Paese e in particolare questa regione. Nel Lazio abbiamo assistito a un'amministrazione fallimentare sia per quanto riguarda gli schieramenti di centrodestra che quelli di centrosinistra. Senza differenza. I problemi sono stati trasverasali così come gli scandali. Il risultato è una regione che paga ogni anno 900 milioni di euro di interessi sul debito, che ha un'addizionale Irpef dell'1,73 per cento mentre l'addizionale Irap si attesta a 4,82 per cento contro il 3,9 delle altre regioni. Vivere e lavorare nel Lazio costa di più. E' questo il risultato di anni di malagestione. Lavorare per ridurre il debito significa anche meno tasse. Questa è un'alternativa.

A proposito di alternativa. Anche in questa tornata elettorale fa discutere la discussione sul voto utile. Voi siete un voto utile?

Prima di tutto ogni voto è prezioso e utile perchè rappresenta il pensiero del cittadino che lo esprime. La polemica del voto utile è sollevata da quelli che hanno interesse a un voto utile solo per loro stessi. Un voto in continuità con la vecchia politica deleteria che ci ha portato a questa situazione. Se i cittadini sono soddisfatti di quel modo di amministrare la regione possono anche percorrere questa scelta. Altrimenti hanno davanti due alternative: o votare Grillo che parte dal nostro stesso malcontento, oppure votare "Fare per fermare il declino" con la differenza che noi abbiamo le competenze per governare. Faremo una dura opposizione ma saremo anche aperti a proposte valide e concrete per governare. Sicuramente in netta discontinuità con chiunque sia intenzionato a perpetrare queste politiche dannose.

Avete deciso di correre da soli. Vedete già delle possibili alleanze o avvicinamenti posto voto?

Se ci fossero state delle possibili alleanze con alcune delle forze politiche in campo le avremmo strette prima di arrivare al voto e non dopo. Sarebbe stato più utile. Saremo un'opposizione scomoda come lo siamo stati fino a questo momento. Ma non solo. Siamo aperti ad appoggiare tutte le proposte che riteniamo concrete, costruttive e in linea con il nostro percorso. Un percorso dai tempi lunghi, non intendiamo illudere nessuno.

Il giorno dopo le elezioni, quali sono i punti più urgenti da attuare nel Lazio contenuti nel vostro programma elettorale? Cosa vi distingue dagli altri?

Il nostro programma è pieno di numeri e progetti concreti. Questa sicuramente è una caratteristica che ci dispingue dagli altri. Per quanto riguarda i primi punti all'ordine del giorno è necessario risolvere la questione della sanità e dei rifiuti: la politica deve  riprendersi la responsabilità diretta sulle sue decisioni e sospendere qualsiasi commissariamento. Una costante di tutti i temi da affrontare è la riduzione del debito, dei costi e i tagli agli sprechi. Questo si traduce in meno tasse ai cittadini e alle imprese innescando un circolo virtuoso che ha i suoi effetti positivi anche sul mondo del lavoro. Altri punti su cui puntare sono il turismo e la cultura senza dimenticare obiettivi poco considerati come la sicurezza e la legalità.

In che modo?

Per quanto riguarda la cultura bisogna appoggiare la ricerca e l'università. Per il tursimo è necessario incentivare la valorizzazione del territorio, non solo Roma ma tutto il Lazio che può costituire una risorsa. Anche qui c'è la possibilità di sviluppare nuovo reddito e diminuire le tasse.

E per quanto riguarda la sicuerezza?

Crediamo che sia necessario portare avanti progetti a sostegno del disagio giovanile che siano in grado di prevenire i problemi e non rincorrere una loro soluzione. In secondo luogo serve un coordinamento tra le forze di polizia locali e nazionali. Infine non possiamo dimenticare la necessità di incentivare la legalità delle aziende attraverso la deburocratizzazione e semplificazione degli accessi alle professionalità senza penalizzare la trasparenza. L'abusivismo non deve essere più tellerato perchè penalizza la concorrenza sana e "toglie la faccia" al nostro sistema rendendolo sempre meno attrattivo.

Come uscire dal commissariamento della sanità e risolvere il problema del debito?

Il cittadino deve stare al centro del nuovo sistema sanitario nazionale e regionale. Per questo dobbiamo pensare alla prevenzione come pratica che ha un duplice effetto positivo: quello etico perchè solleva le persone dalle sofferenze ma anche economico perchè prevenire e curare all'inizio della patologia costa molto meno. Per rendere più efficiente la sanità poi è assolutamente necessario sottrarre la politica dalle nomine dei primari e dei dirigenti sanitari che devono essere scelti in base alle professionalità oggettive e alla meritocrazia. E' inoltre necessario razionalizzare l'offerta e gli sprechi.

Come?

Creando una rete integrata dove i centri di pronto soccorso siano affiancati da poli di eccellenza su cui direzionare le cure specialistiche. Anche il medico di famiglia, che ormai è considerato alla stregua di un burocrate, deve tornare ad assumere un ruolo centrale attraverso la creazione di ambulatori che stiano aperti h24. Per fare questo però, serve tempo. Infine per ridurre i costi della sanità proponiamo una razionalizzazione degli acquisti concentrando tutta l'organizzazione in una Centrale unica degli acqusiti. Nel Lazio, a riguardo, si spende cinque volte tanto solo per continuare a favorire logiche clientelari. A noi non interessa se l'offerta è pubblica o privata, l'importante è che si traduca in più servizi per i cittadini.

Con questi provvedimenti, quindi, non servirebbero i tagli?

Certamente. Siamo contrari ai tagli indiscriminati e basati solo su motivazioni di "ragioneria". Solo gli sprechi devono essere tagliati. Poi all'interno della razionalizzazione può capitare che vengano tagliati dei posti letto ma questo solo se è finalizzato alla riorganizzazione e rimodulazione del servizio su scala regionale.

Altra emergenza: i rifiuti. Come uscire dall'empasse dell'emergenza rifiuti romana?

L'ultima sentenza del Tar che ha sospeso il decreto emesso dal ministro Clini ha certamente riportato Roma in piena emergenza rifiuti. Questo però è frutto di una gestione fallimentare e clientelare che dura da anni e che ci ha portato a diventare il fanalino di coda di tutta l'Europa. Per uscirne bisogna prima di tutto abbattere l'ologopolio, per non dire il monopolio, della gestione delle discariche alla quale bisogna ricorrere sempre meno. Quindi incentivare una riduzione dei rifiuti a monte per esempio per quanto riguarda gli imballaggi. Infine stiamo valutando l'efficienza di alcuni sistemi di trattamento dei rifiuti "ex-post" per il loro riciclo con un impatto zero sull'ambiente. Intendiamo inserire le politiche relative alla gestione dei rifiuti nel discorso della salute in generale.

Uno dei punti posti all'ordine del giorno da molti programmi elettorali è quello dei costi della politica. E' necessario ridurli o l'importante è che la politica funzioni?

Certamente è importante che la politica funzioni. Però è assodato che costa troppo e che i suoi costi vanno ridotti. Servono meno sprechi e più efficienza amministrativa. Per esempio, i consiglieri possono essere ridotti ulteriormente e da 50 diventare 35 mentre gli assessori da 11 a 7. Anche gli stipendi vanno dimezzati così come i privilegi, soprattutto quelli pensionistici. Non è possibile che si possa andare in pensione a 50 anni. Infine stabilire criteri oggettivi per valutare le responsabilità e l'efficienza dei dirigenti pubblici.

Di competenza della Regione Lazio ci sono anche tutta una serie di "grandi opere", penso per esempio alla realizzazione della nuova autostrada Roma Latina. Come vi ponete nei confronti di questo tema?

Prima di arrivare alla definizione di nuove grandi opere bisogna valutare l'efficienza dell'esistente. Per razionalizzare e far funzionare il sistema di trasporto pubblico come quello ferroviario, essenziale per lo sviluppo del turismo, bisogna aprire alla concorrenza privata e al libero mercato. L'unico modo per abbassare i costi e aumentare l'efficienza. Tutto questo, per esempio, attraverso l'indizione di gare aperte anche a livello europeo. In questa cornice, siamo favorevoli all'ampliamento delle infrastrutture.

Più concorrenza e libero mercato a fianco dell'offerta pubblica. E' una posizione che si sente poco in campagna elettorale.

Il senso delle vere idee liberali è sempre un punto poco compreso. I paesi europei in cui si applica questo modello funzionano. Certo, è necessario un sistema di regole chiaro, trasparente e sostenuto da un valido sistema di controllo. Una sana competizione può innescare un circolo virtuoso in grado di favorire la ripresa economica. A fianco di questo sistema, bisogna rivoluzionare il proprio senso civico verso la "cosa pubblica". Un vero e proprio cambio culturale non solo per gli amministratori e per la politica, ma anche per i cittadini.

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