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Elezioni Roma 2016

Peciola: "Diamo il via alle delibere sui poli civici e sui beni comuni"

Tra le urgenze individua la rinegoziazione del debito e la stabilizzazione delle insegnanti precarie. Intervista a Gianluca Peciola, ex capogruppo di Sel, in corsa verso il Campidoglio nella lista Sinistra per Roma che sostiene Fassina

Tra le urgenze per Roma individua la rinegoziazione del debito e la stabilizzazione delle insegnanti precarie delle scuole comunali. La passata consiliatura? Vanno subito riprese alcune delibere lasciate in sospeso, come quella sui 'poli civici' e sui 'beni comuni'. Intervista a Gianluca Peciola, ex capogruppo capitolino di Sel, in corsa verso il Campidoglio nella lista Sinistra per Roma che sostiene Stefano Fassina come candidato sindaco. 

Di nuovo in corsa. In caso di elezione, quale sarà la prima cosa che farà da consigliere?

Vanno riprese le delibere che sono state lasciate in sospeso nella precedente consiliatura. Gli impegni vanno mantenuti. Ce n'è una sui 'poli civici' e una sui 'beni comuni': delibere preziose perché ci permetterebbero di lavorare sugli spazi pubblici da mettere a disposizione per attività giovanili, mutualismo sociale, co-working. Spazi per il quartiere per effettuare interventi di carattere culturale e di contrasto alla povertà. Tutte attività che in questi ultimi mesi sono andate in sofferenza. Poi c'è la delibera sui cosiddetti Aec (Assistente educativo e culturale): una conquista storica che aumenta i diritti degli operatori sociali. Era stata approvata ma affinchè entri in vigore serve l'approvazione del regolamento. 

Secondo lei, qual è la prima urgenza da affrontare per Roma?

Si tratta di questione politica: aprire un tavolo con Governo per discutere del debito. Roma è una città strangolata dal suo debito. Vogliamo riprendere la campagna che sostenemmo come Sel: il Governo tratta Roma come l'Unione Europea tratta la Grecia. Il punto è stato recuperato e valorizzato anche dal nostro candidato sindaco Stefano Fassina. Crediamo vada aperto un tavolo con Governo per rinegoziare il debito, riconoscere a Roma il ruolo di Capitale d'Italia, farla uscire da quella subalternità a cui è stata relegata da Governi di vario colore e soprattutto da quello Renzi. Altra priorità: avviare un percorso di stabilizzazioni delle educatrici precarie delle scuole comunali. 

Lei è stato capogruppo con la precedente consiliatura. Quale lavoro, probabilmente interrotto dalle dimissioni anticipate di Marino, va ripreso e quale errore non va ripetuto.

Ho accennato nella prima domanda alle delibere che vanno portate a termine per dare la possibilità di creare occasioni per tutte quelle figure in sofferenza a causa delle politiche che il Governo sta imponendo alla città. Bisogna poi riprendere il percorso di digitalizzazione dei servizi per rendere una Roma vera e propria 'smart city', lavorare sul tema della mobilità pubblica, come per esempio il rafforzamento della Roma-Lido, che interessa migliaia di pendolari ogni giorno. Valorizzare e dare più fiducia ai dipendenti capitolini. 

A cosa si riferisce?

Ogni volta che c'è un problema che riguarda i servizi pubblici lo sport preferito della politica diventa quello di prendersela con i dipendenti pubblici. Individuano un capro espiatorio per non parlare delle reali responsabilità. Anche la tecnocrazia, come abbiamo visto per quanto riguarda i rilievi del Mef, deve stare al suo posto. Al contrario il lavoro dei dipendenti comunali va valorizzato. Nel corso della prossima consiliatura si vivrà un braccio di ferro tra Roma e il Governo. E Roma deve vincere. 

Cosa salva dell'esperienza Marino?

Non aver piegato la testa nei confronti dei poteri forti della città. 

Le amministrative per Sinistra Italiana sono il primo banco di prova. Un bilancio di questi mesi di campagna elettorale?

Sono stati mesi in cui abbiamo dimostrato che una delle caratteristiche di questa sinistra è quella di riuscire a camminare sulle gambe di volontari e dei militanti. L'esatto contrario di quel partito liquido a cui ci vorrebbero abituare. Ci siamo rivelati un partito fatto di uomini e donne che credono nella passione politica, disposti a un atto di generosità nei confronti della città. Questi mesi di campagna elettorale sono stati un'occasione per riscoprire il valore di una comunità, creare spazi di partecipazione con banchetti e iniziative di autofinanziamento nei circoli, costruire una forza politica a sinistra alternativa al Pd e alle destre. Il soggetto nato in questi mesi, oltre ad essere autonomo, mette al centro un'idea di militanza che le forze politiche non accarezzano più: dai click virtuali del Movimento cinque stelle al partito diretto dall'alto con un joystick da Renzi. 

Perchè i romani dovrebbero votare per Stefano Fassina?

È un candidato che conosce la fatica, determinato, tignoso, che ha saputo mettere al centro Roma e il tema degli interessi dei romani. È stato lui a chiedere un discorso di verità sulla questione del debito cittadino, a dire che Roma può essere Governata se vengono messi a disposizione strumenti e risorse adeguate. Sono sicuro che saprà affrontare tutte le sollecitazioni complesse che la città sottopone. È una persona informata. 

In caso di ballottaggio tra Giachetti e la Raggi chi appoggereste?

Sceglieremo Roma, fatto che non c'è né nel programma della Raggi né in quello di Giachetti. Credo che decideremo insieme a Fassina, ascolteremo il nostro popolo dopo aver stabilito la forma di consultazione migliore. Sceglieremo in base agli interessi dei romani e non in base a calcoli politici.

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