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Venerdì, 26 Aprile 2024

VIDEO | Le foto più belle dal mondo a Palazzo delle Esposizioni con il World Press Photo 2022

Fino al 12 giugno si potrà ammirare la mostra in anteprima nazionale con le 122 foto finaliste del prestigioso concorso internazionale di fotogiornalismo

Sono più di 4mila le fotografie inviate quest’anno, da oltre 120 paesi del mondo, alla giuria del World Press Photo Foundation di Amsterdam, che dal 1955 premia ogni anno i migliori fotografi professionisti. L’esposizione è promossa da Roma Culture e organizzata dall’Azienda speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography.

I nomi dei quattro vincitori globali dell’edizione 2022, la 65esima del World Press  Photo, sono stati annunciati il 7 aprile attraverso i canali online della fondazione.  Amber Bracken, fotografa canadese per il New York Times, è la vincitrice del World Press Photo of the year, edizione 2022. La foto mostra una fila di abiti rossi appesi a croci di legno lungo una strada, in ricordo dei bambini indigeni morti presso la Kamloops Indian Residential School, titolo dello scatto, in seguito al rilevamento di 215 presunte tombe non contrassegnate che potrebbero appartenere ai bambini che frequentarono la scuola, a Kamloops, in British Columbia, Canada. “Per la prima volta l’immagine vincitrice non ha ritratto delle persone - sottolinea Babette Warendorf, curatrice della fondazione World Press Photo - è un’immagine simbolicamente molto forte soprattutto per momento esatto in cui è stata ritratta e per la potenza della sua denuncia”. “Nel giornalismo l’immagine continua ad occupare un ruolo principale - dice Francesco Zizola, fotografo e direttore artistico di 10b photography -. Sono sempre di più le immagini che si scattano in un anno intero, sempre di più quelle meritevoli con sempre più fotografi che hanno imparato ad usare al meglio lo strumento, e questo è un bene”.

Gli altri vincitori: ad aggiudicarsi il premio World Press Photo Story of the Year è stato Matthew Abbott con la sua storia Saving Forests with Fire,  il World Press Photo Long-Term Project Award è andato a Lalo de Almeida, Brasile, con Amazonian Dystopia, per Folha de São Paulo/Panos Pictures, che ha documentato le gravi condizioni della foresta pluviale amazzonica. La principale novità di quest’anno è la categoria World Press Photo Open Format Award, rivolta a progetti che utilizzano diversi media (dal video, al documentario interattivo, alle foto disegnate), la vincitrice è Isadora Romero, dall’Ecuador. Attraverso la sua storia personale, Blood is a Seed (La Sangre Es Una Semilla), l’autrice mette in discussione la scomparsa dei semi, la migrazione forzata, la colonizzazione e la conseguente perdita di conoscenze ancestrali. Il video è composto da fotografie digitali e cinematografiche, alcune delle quali sono state scattate su pellicola 35mm scaduta e successivamente disegnate dal padre della Romero.


Infine, menzione d’onore a Viviana Peretti, fotografa italiana freelance con base a Bogotà, per A portrait of Absence, un progetto durato nove anni passati a fotografare e indagare sul crimine di sparizione forzata in Colombia, un tributo visivo all'assenza: documenta le vite delle famiglie che sperano nel ritorno dei loro cari e il programma dell'attuale governo colombiano di riesumare e identificare i corpi delle vittime di esecuzioni extragiudiziali gettati in tombe non registrate.

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