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VIDEO | Licenziamenti e sospensioni durante le feste natalizie: sit in di protesta dei giornalisti dell'agenzia Dire

La mobilitazione dei giornalisti raggiunti dal provvedimento negli ultimi giorni: "Non ci fermeremo, la Dire siamo noi"

Prima i licenziamenti, poi le sospensioni. Feste decisamente amare per i giornalisti dell’agenzia stampa Dire, costretti a fare i conti con la perdita del posto di lavoro e, soprattutto, con modalità ritenute inaccettabili.

Infatti dopo i 14 licenziamenti natalizi, alle 22 del 31 dicembre l’amministrazione della società editrice Com.e ha comunicato tramite mail a 17 giornalisti della sede di Roma la sospensione dal lavoro con effetto immediato e senza retribuzione. In sciopero già nella giornata del 4 gennaio, i lavoratori replicano la mobilitazione stamattina, lunedì 8, in occasione del sit in di protesta organizzato proprio sotto la sede dell’agenzia in Corso d’Italia. "Un atto gravissimo e senza alcun precedente e fondamento giuridico - dice Alessandra Fabbretti, membro del Cdr -. Chiediamo che si riattivi immediatamente un confronto con l’azienda, che faccia un passo indietro su queste decisioni. Ma ci rivolgiamo anche al Governo che ha sospeso i contributi all’editoria destinati alla Dire a causa un un procedimento giudiziario in capo alla precedente proprietà, procedimento al quale noi lavoratori ci siamo costituti parte civile”.

Al presidio anche molti volti della politica nazionale: “Credo che oltre ai posti di lavoro vada diverso il pluralismo, che è poi salvaguardia della democrazia”, spiega Giuseppe Conte, presidente del Movimento cinque stelle. “Intanto il mio è un appello alla proprietà, che non utilizzi queste professionalità come ricatto o interlocuzione con la politica - dice Andrea De Priamo, senatore di Fratelli d’Italia -. Dopodiché siamo pronti anche ad attivare le commissioni in senato competenti per verificare tavoli e possibilità di dialogo su questa crisi”.

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