rotate-mobile
Salute

INTERVISTA | Lo streptococco è l'epidemia del momento: "Va curato bene, altrimenti può avere conseguenze importanti"

Valentina Paolucci, la "Dottoressa dei bambini", fa chiarezza sullo streptococco A: sintomi, tamponi, cura e conseguenze

Si sono spenti i riflettori sul Covid - anche se è bene sottolineare che ancora esiste e contagia - e si sono accesi sullo streptococco. Una vera epidemia che sta indistintamente colpendo tutti ma, in particolar modo, i bambini. Ormai non si parla d'altro. Centri analisi e farmacie fanno tamponi rapidi e colturali in grandi quantità, i telefoni degli studi pediatrici sono bollenti e la diagnosi spesso è la stessa: streptococco Beta-emolitico del Gruppo  A, da curare con antibiotico.

Ma perché solo adesso si sente così tanto parlare di streptococco e perché è fondamentale curarlo bene e subito? Ne abbiamo parlato con la pediatra Valentina Paolucci, meglio nota sul web come "La dottoressa dei bambini", molto attiva su Instagram, Facebook, TikTok e, da poco, anche su Youtube dove approfondisce tematiche specifiche del mondo della pediatria in modo semplice e comprensibile.

Dottoressa, facciamo un po' di chiarezza: cos'è lo streptococco?

Lo streptococco che va trattato e che è un agente patogeno per bambini e adulti è lo streptococco Beta-emolitico del Gruppo A, anche detto Streptococco Pyogenes. E' un batterio che alberga in faringe, infatti dà come primo sintomo la faringite, dunque il mal di gola, con la formazione delle tipiche placche. Può anche manifestarsi attraverso una forma cutanea, ovvero la scarlattina, delle bollicine molto piccole e rossastre.

Come si capisce che è proprio scarlattina e non un'altra malattia esantematica?

La scarlattina è anche chiamata "effetto velluto" perché interessa in maniera uniforme più o meno tutto il corpo. Inoltre c'è una prova che tutti possiamo fare, consiste nel premere con un dito sul pancino o su altra zona interessata dall'esantema, nel rilasciare resterà un'impronta gialla sulla pelle. Si parla infatti di "segno della mano gialla" ed è proprio una caratteristica della scarlattina. Poi, ovviamente, ci sono i tamponi che sono fondamentali per la diagnosi.

Si può essere asintomatici?

Sì, c'è un 30% di portatori sani. E' bene dire che lo streptococco va trattato solo se ci sono sintomi. Ultimamente c'è stata una vera corsa al tampone: in classe c'era un caso di streptococco? Tutti i genitori portavano i loro figli a fare il tampone anche se non avevano nulla, così uscivano dei positivi asintomatici che sono stati trattati con antibiotico. In realtà è bene dire alle mamme e ai papà che il tampone va fatto solo ed esclusivamente nei bambini sintomatici, che quindi abbiano faringite, febbre, scarlattina. 

Qual è la distinzione tra tampone rapido e colturale?

La differenza è sostanziale: se abbiamo urgenza di avere una diagnosi si fa il tampone rapido che, un po' come quello del Covid, dà la risposta in 10 minuti. Se risulta positivo, solitamente risponde alla molecola amoxicillina, dunque i pediatri danno di default questo antibiotico. E' successo però - e questa epidemia lo ha portato bene alla luce - che terminata la terapia, molti bambini non miglioravano e ripetendo il tampone risultavano ancora positivi. Per questo è consigliabile fare anche il tampone colturale che mostra l'antibiogramma, dunque l'antibiotico più sensibile per radicare quel batterio. 

Cosa succede se non si tratta bene lo streptococco?

E' bene dire questo: lo streptococco, anche se non curato, guarisce da solo, ha un ciclo vitale suo, ma se non bonificato ha la capacità di cronicizzarsi nell'oganismo e produrre, per eludere i controlli, una serie di anticorpi che vanno ad aggredire le valvole cardiache, le articolazioni, i reni, vanno a dare la cosiddetta malattia reumatica ma a distanza di settimane o mesi dall'infezione. Questa malattia reumatica porta a fare iniezioni mensili di penicillina per almeno 5 anni o addirittura fino al compimento dei 21 anni di età. La percentuale dei casi in cui questo si verifica è molto bassa, ma ha un impatto sulla vita molto importante. E' bene, dunque, non abusare del tampone, ma neanche essere leggeri nel non trattare in maniera accurata un eventuale streptococco. 

Solo ora si sente parlare tanto di streptococco, perchè? Non c'era mai stata un'epidemia come questa in passato? 

Piccoli focolai si formano tutti gli anni. Sicuramente il processo mediatico dal Covid in poi ha portato ad amplificare ogni cosa, siamo sempre in allarme. I contagi ci sono realmente e la spiegazione che noi pediatri ci stiamo dando è sempre quel debito di immunità che due anni di mascherine hanno sviluppato in tutti. La gestione dell'emergenza, il distanziamento, hanno generato poche infezioni, il nostro corpo si è allenato poco e ora ne paghiamo le conseguenze, specialmente i bambini.

Riepilogando, dunque, quali sono i principali sintomi dello streptococco?

Faringite con febbre, il bambino parla con una voce impastata perché si sono gonfiate le tonsille, mal di gola, febbre, placche, scarlattina.

Come avviene il contagio tra i bambini in primis?

Il contagio avviente tramite particelle di saliva, perché sta nella faringe appunto. Dunque tosse, starnuti, scambio di giochi sono tra le principali cause di contagio.

Quanto dura l'incubazione e dopo quanto si manifestano i sintomi?

L'incubazione è inferiore ad una settimana, circa 4-5 giorni.

Si può prevenire lo streptococco? Quali accortezze si possono avere?

L'igiene principalmente. Esistono anche degli integratori che svolgono un'azione tipo vaccino e fanno sì che l'organismo sia pronto a riconoscere questo tipo di ceppi, però ci si infetta comunque.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

INTERVISTA | Lo streptococco è l'epidemia del momento: "Va curato bene, altrimenti può avere conseguenze importanti"

RomaToday è in caricamento