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Dal pratone di Torre Spaccata all'ex Snia, l'urbanistica fa litigare la maggioranza in Campidoglio

Gli alleati del Pd chiedono risposte a Gualtieri e alla sua giunta su diversi interventi edilizi. La spaccatura impedisce la discussione di diverse delibere nell'ultimo consiglio pre-pasquale e apre un fronte turbolento in vista delle nuove norme tecniche di attuazione del PRG

Il consiglio comunale del 28 marzo era stato convocato per discutere e votare diverse delibere, tutte di urbanistica. Dalla trasformazione di Palazzo Marini in un hotel di lusso, all'accorpamento di dieci edifici tra via Boncompagni e via Sallustiana, ma c'era anche da approvare la delibera sulla realizzazione della nuova residenza dell'ambasciatore dell'Iraq. Non è stato fatto nulla di tutto questo e neanche il resto: dopo tre appelli, una sospensione di oltre 90 minuti per una riunione dei capigruppo e la pausa pranzo, maggioranza e opposizione hanno "onorato" la presenza discutendo un paio di mozioni non presenti nell'ordine del giorno e si sono augurate buona Pasqua. 

Maggioranza spaccata in Campidoglio

Il rinvio a giovedì 4 aprile si è reso necessario perché, come spesso è accaduto in questi due anni e mezzo di consiliatura, in maggioranza sono andati in tilt. Tutto è partito con una richiesta di Marco Di Stefano di Noi Moderati-Forza Italia: invertire l'ordine del giorno, portando in apertura una mozione d'indirizzo firmata dalla capogruppo Pd Valeria Baglio e da Antonella Melito, relativa ai programmi di compensazione urbanistica adottati prima del 2008. "Visto il contenuto e visto che oggi (28 marzo, ndr) si discute di una serie di delibere a tema urbanistica, mi sembra logico iniziare da qui", spiega Di Stefano. Proposta accolta dalla presidente dell'aula Svetlana Celli, che invita i capigruppo a confrontarsi: apriti cielo. In oltre un'ora e mezza di discussione, sono venuti fuori tutti i dissapori relativi a una serie di grandi temi sui quali Roma aspetta una risposta da Roberto Gualtieri e dalla sua giunta. 

I temi che fanno litigare il Pd coi suoi alleati

Difficile credere che Di Stefano non sapesse cosa sarebbe successo. Celli "ci è cascata" e si è aperta una spaccatura. Non profonda come la voragine del Quadraro, ma potenzialmente altrettanto pericolosa. Gli alleati del Pd, infatti, si dividono tra chi non ritiene sia prioritario parlare di compensazioni ("mettere ancora questo tema come prioritario, quando si discute una sessione urbanistica, non è qualcosa su cui ci troviamo d'accordo", spiega Giovanni Caudo di Roma Futura) e chi, invece, si aspetta precise scelte da parte della giunta su determinati argomenti. Sinistra Civica Ecologista ed Europa Verde, infatti, su questioni come il pratone di Torre Spaccata, l'ex Snia al Prenestino, gli interventi sulla viabilità alla Cecchignola e il parco di via Teulada (sul quale recentemente si è registrata un'altra spaccatura interna) hanno idee precise: "Sono mesi che chiediamo un confronto su tutti questi focus - dice Alessandro Luparelli - ma non ci siamo ancora riusciti. Sarebbe necessaria una riunione di maggioranza". La sinistra extra-Pd, rispetto alle compensazioni precedenti al Prg 2008 e mai messe a terra, avrebbe preferito una delibera di giunta "sulla quale avremmo lavorato tutti insieme per poi votarla in aula". Ma non è stato così e ora sorgono i problemi. 

Nuvole grigie sull'urbanistica di Roma

La discussione, quindi, si ripeterà in aula giovedì 4 aprile. E l'aria non si preannuncia particolarmente distesa, di emendamenti anche "amici" ce ne saranno diversi. Anche perché, oltre alle compensazioni, c'è un altro tema che fa storcere il naso agli alleati del Pd: il parere sull'aumento di cubatura (ben superiore al 10%) chiesto dall'ambasciata dell'Iraq per costruire la nuova residenza dell'ambasciatore, in via della Camilluccia, in un'area verde apparentemente vincolata. Non solo, c'è molto di più: il consiglio deve discutere l'applicazione delle norme tecniche di attuazione (NTA) del Piano Regolatore Generale del 2008. Una delibera approvata in giunta che attende l'ok definitivo in aula "Giulio Cesare" e delineerà il profilo della Capitale da qui ai prossimi decenni: si tratta di rendere più semplici i cambi di destinazione d'uso, vincolare alcuni edifici e svincolarne altri per renderli riqualificabili, stabilire i progetti di housing sociale, stabilire le deroghe sugli accorpamenti di edifici nel centro storico.

"E' incredibile come la maggioranza riesca a incartarsi anche su temi importanti come quelli urbanistici - commenta Di Stefano - e così facendo tenga ferma la città che aspetta di ripartire nella sua trasformazione. Questo modo di fare, inoltre, pregiudica l'arrivo di importanti investitori a Roma, un danno rilevante per i romani e per l'economia della Capitale". 

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