Testa rasata a pelle, occhiali, felpa e jeans neri d’ordinanza. Quando era comandante della municipale lo chiamavano “lo sceriffo”, e non si fatica a capire il perché. L’ultima chiacchierata con RomaToday aveva scatenato un mezzo putiferio. E anche oggi Antonio Di Maggio, per gli amici Tonino, ne ha per tutti. L'intervista
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