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L'Abruzzo salva ancora Roma: rifiuti indifferenziati fuori regione fino a fine anno

Prorogato di un altro anno l'accordo tra Lazio e Abruzzo

Roma chiama e l’Abruzzo risponde. Tocca ancora alla regione che si affaccia sul mar Adriatico aiutare la Capitale d’Italia a smaltire i rifiuti indifferenziati prodotti sul territorio. La Giunta regionale del Lazio ha infatti approvato una delibera con la quale è stato dato il via libera alla proroga dell’accordo, fino alla fine del 2023, tra la Pisana e la Regione Abruzzo per il conferimento ed il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti da Roma Capitale, per un quantitativo complessivo di 76 mila e 600 tonnellate.

Anni di proroghe

La “collaborazione” tra il Lazio e l’Abruzzo per la gestione dei rifiuti romani risale addirittura alla fine del 2014. Nel corso degli anni, questo accordo è stato di volta in volta prorogato, aumentando, in pratica ogni anno, il quantitativo di rifiuti giornalieri da trattare. Il 2 febbraio del 2022 la Giunta regionale aveva prorogato l’accordo fino al 31 luglio 2022 per il conferimento ed il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati presso gli impianti di trattamento abruzzesi, Aciam Spa, ubicati in località “La Stanga” nel Comune di Aielli (provincia de L’Aquila), e Deco Spa ubicato in località “Casoni” (provincia di Chieti). L’emergenza rifiuti, però, non si è attenuata quindi, la scorsa estate, la nuova scadenza dell’accordo era stata fissata alla fine del 2022.

La richiesta di Ama

Il 21 ottobre Ama Spa ha richiesto il rinnovo dell’accordo interregionale tra Regione Abruzzo e Regione Lazio per tutto l’anno 2023, per un quantitativo di rifiuti prodotti da Roma capitale pari, in tutto, a 76 mila e 600 tonnellate. I costi di questa operazione sono invece specificati nella deliberazione approvata dalla Giunta abruzzese. La Regione Lazio pagherà 15 euro a tonnellata, di cui 5 euro a titolo di “compensazione ambientale”.

Roma e il problema rifiuti

Che la gestione dei rifiuti romani sia un problema non è una novità. Mentre montano le proteste dei cittadini di Guidonia per l'avvio del collaudo del Tmb, la situazione di criticità viene nuovamente messa nero su bianco anche nella delibera in questione. Si legge, infatti, che la Regione Lazio, “pur avendo perseguito l’obiettivo di pianificazione per il raggiungimento dell’autosufficienza per la gestione dei flussi di rifiuto indifferenziato risulta, sul territorio di Roma capitale, ancor oggi in sofferenza per la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti urbani indifferenziati”. Le cause riguardano il “grave incendio” di Malagrotta 2 e il “progressivo esaurimento” dell’impianto di discarica di riferimento di Albano laziale, “tutt’oggi in esercizio con ordinanza del sindaco di Città metropolitana”.

Come se non bastasse, gli altri ambiti “dispongono di risorse di trattamento e smaltimento del ciclo di rifiuti indifferenziati per poco sufficienti a garantire la loro autosufficienza” e non sono quindi in grado di accogliere anche i rifiuti di Roma. Rivolgersi ad altre regioni, quindi, rappresenta l’unica soluzione percorribile “al fine di scongiurare problematiche igienico sanitarie nella Capitale”.

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