Roma, una discarica a cielo aperto
Roma nord, III Municipio. Siamo a ridosso del Parco delle Sabine. Cumuli di spazzatura, bottiglie di plastica e vetro, lattine di birra e ferro arrugginito invadono marciapiedi e strade. Qui, a pochi passi dal centro commerciale Porta di Roma, la raccolta dei rifiuti sembra vero e proprio miraggio. Per non parlare della differenziata, pura utopia. Cassonetti stracolmi e tanta puzza Che la situazione “immondezza” sia critica nella Capitale, per i romani non è certo una novità. Basta fare quattro passi in via Carlo Dapporto per vedere con occhi propri il degrado. Per non parlare poi di via Adolfo Celi: qui, a pochi passi dalla scuola dell’infanzia Punto e a Capo, i cassonetti sono stracolmi e l’odore pungente costringe i residenti a barricarsi dietro le finestre. Segnalazioni inascoltate Nonostante le numerose richieste di spiegazioni e reclami mosse dai comitati di quartiere, nulla sembra si stia muovendo, una situazione stagnante, da ormai diverse settimane. Dalla parte dei cittadini anche gli operatori ecologici, i quali lamentano scarse risorse a disposizione e stipendi arretrati da diversi mesi. L’amministrazione locale sembra fare orecchie da mercante alle numerose segnalazioni dei residenti, probabilmente per mancanza di fondi o perché l’attenzione mediatica è proiettata altrove. Non va meglio con le buche Chi crede poi che la spazzatura sia l’unico problema a Porta di Roma, si sbaglia di grosso. Basti pensare al degrado in cui vertono le strade del quartiere: in Via delle Vigne Nuove gli incidenti a causa delle buche sono all’ordine del giorno, per non parlare dei danni alle persone. E, con l’arrivo della stagione invernale, la situazione tenderà a peggiorare, incrementando per altro anche le richieste di risarcimento per danni. Una condizione di assoluto decadimento, in cui verte non solo il quartiere ma, purtroppo, l’intera città.