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Sebastiano Celletti

Sebastiano Celletti

A cura di Sebastiano Celletti

Bar digitali alla romana: il nazismo all'amatriciana de noantri

Ai tempi del nonno Otello ci si ritrovava nei bar a commentare le partite dell'Italia, le partite della serie A e si era tutti allenatori di calcio. I migliori possibili in circolazione. Quelli per cui, visto che non si parlava ancora di 4-4-2 o 4-2-3-1, il problema principale era quello a cui dare la maglia numero 10 o la 3.

Si aggiunse pian piano anche il commento all'attività lavorativa di una figura professionale che, seppur presente già da decine di anni, con la motorizzazione di massa andava a rivestire un ruolo sempre di maggior rilievo in città: il vigile urbano. Parco auto in crescita unito all'aumento della edilizia dovuto all'incremento demografico e l'assoluta mancanza di pianificazione e lungimiranza politica hanno provocato disastri a livello di mobilità cittadina di cui ancora oggi ne paghiamo le conseguenze.

Il tavolino del bar quindi era la valvola di sfogo dei migliori allenatori e dei migliori vigili urbani possibili e disponibili sulla piazza. Ogni bar o sala biliardi aveva quindi le sue scuole di pensiero. Oggi invece il bar si è allargato ed è divenuto digitale sotto forma di blog.

Si riuniscono su questi tavolini virtuali persone che probabilmente non prenderebbero insieme nessun caffè o non giocherebbero neanche una partita di tressette, ma restano unite solo e soltanto per vomitare insulti contro una categoria di lavoratori che, tra molte colpe e pecche, ha solo l'impossibilità di rispondere colpo su colpo.

Ci provano alcuni esponendosi personalmente fino a che, una circolare del comune, gli metterà il bavaglio come è già successo alle maestre. Si chiamano "leoni da tastiera" quelli che presumibilmente sfogano le loro repressioni e le loro vite digitali su una categoria di lavoratori che si trova priva di una vera a propria difesa da parte di chi la amministra e governa.

Si vuole alimentare invece una ulteriore distanza tra quello che era il Corpo più vicino alla città e trasformarlo in un esattore distante. Vanno in questo senso le scelte di servizi di autovelox, di street control, di piattaforme digitali di segnalazione. Il messaggio che passa è questo: col cittadino non voglio contatti.
Come se si stesse parlando di un call center delocalizzato qualsiasi.

Noi siamo nati in mezzo alla gente e lì vogliamo stare.  Vogliamo farli partecipi dei nostri problemi che i politici che ci governano non hanno alcuna voglia di risolvere. Siamo entrambi loro vittime: noi come lavoratori e gli avventori dei bar digitali come cittadini.

Bar digitali alla romana: il nazismo all'amatriciana de noantri

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