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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Dimensionamento scolastico, il Comune fa ricorso al Tar contro la delibera della Regione

A Roma è previsto il taglio di 10 istituti. L'assessora Pratelli: "Decisione presa senza tener conto delle esigenze dei territori"

Il Comune di Roma ha presentato ricorso al Tar contro la delibera della Regione Lazio (n. 5 del 4 gennaio 2024) sul dimensionamento scolastico, con cui è stato disposto l'accorpamento di 20 istituti comprensivi in tutta la Regione, di cui ben 5 a Roma. Con la fusione di dieci scuole nei municipi: II, V, VI, VII, IX. 

Le parole dell’assessora Pratelli

Riguardo al ricorso, Claudia Pratelli, assessora alla Scuola, formazione e lavoro spiega: “Una decisione che Roma Capitale ha dovuto prendere in difesa del territorio e delle scuole in risposta al disatteso principio di leale collaborazione istituzionale da parte della Regione Lazio nei confronti di tutte le altre istituzioni coinvolte: municipi, Comune e città metropolitana. La Regione con la delibera sul dimensionamento scolastico ha infatti proceduto all’accorpamento forzato e mai discusso di molte istituzioni scolastiche, non tenendo conto della decisione presa dalla Conferenza regionale permanente per l’Istruzione, che si era espressa in modo unanime sul non procedere ad accorpamenti diversi da quelli richiesti in quella sede, rigettando anche le nostre sollecitazioni a mantenere aperto un dialogo per meglio definire il percorso di razionalizzazione secondo criteri logici e funzionali”. 

E Daniele Parrucci, delegato dell’edilizia scolastica della Città metropolitana di Roma, aggiunge: "Siamo preoccupati per le ricadute che questa delibera, approvata dalla Regione Lazio produrrà inevitabilmente sui territori. Nel frattempo in Città metropolitana di Roma, abbiamo aperto un tavolo permanente a disposizione degli amministratori, sindacati e associazioni di categoria, per formulare, ulteriori proposte concrete. Non possiamo non opporci a decisioni che mortificano famiglie ed insegnanti, ignorando completamente le legittime richieste e proposte arrivate dai territori".

Il caso del Quarticciolo

L'assessora Pratelli sottolinea anche che “gli accorpamenti previsti dalla Regione Lazio non tengono conto delle specifiche situazioni territoriali e rispondono a logiche meramente contabili. Di fatto si lasciano scoperti presidi fondamentali in quartieri complessi (come nel caso del Quarticciolo), e si procede all'unificazione di realtà scolastiche molto diverse e anche molto distanti tra loro. Penso al caso delle due scuole del IX municipio, poste a 11 km di distanza.  In questo quadro il ricorso è un atto necessario, per tutelare i territori e la cittadinanza da un impoverimento illogico e irrazionale". Proprio contro l’accorpamento della scuola del Quarticciolo, l'IC “Via P. R. Pirotta” con l’IC “Via Luca Ghini” (Tor Tre Teste) nei giorni scorsi insegnanti, famiglie e sindacati avevano organizzato un presidio sotto la Regione Lazio. In quell’occasione l’assessore regionale alla scuola, Giuseppe Schiboni aveva assicurato che, con il dimensionamento scolastico, nessuno sarebbe stato lasciato indietro. 

La risposta della Regione

Proprio Schiboni ha commentato così la notizia del ricorso: “Una decisione che il Comune di Roma definisce presa a difesa del territorio, addossando ogni responsabilità alla Regione Lazio. L’assessore Pratelli dimentica che, mentre numerose amministrazioni hanno compreso la delicatezza e la complessità del problema, il sindaco Gualtieri, il Comune di Roma e la Città Metropolitana, hanno preferito limitarsi ad assumere un atteggiamento del tutto inerte ed oppositivo, violando il principio di leale collaborazione istituzionale a tutela del territorio. L’adozione della delibera – sottolinea - è un atto dovuto rispetto al pronunciamento della Corte costituzionale. Non c’era nessun margine di discrezionalità, se non quello di adoperarsi a garantire l’ottemperanza a quanto stabilito dalla normativa nazionale, nonché di tutelare il territorio, aderendo alla possibilità contenuta nel cosiddetto decreto Milleproroghe, riducendo il numero degli accorpamenti da 37 a 20”. 

Schiboni accusa anche Gualtieri di aver “abdicato al ruolo che gli è attribuito dalla legge” in quanto “dimentica volutamente che, con la legge Delrio, una delle specifiche competenze attribuite alle Province è proprio quella di predisporre ed inoltrare alla Regione la proposta del piano di dimensionamento della rete scolastica. Ribadiamo, inoltre, che il Comune di Roma e la Città Metropolitana non hanno subito nessun intervento di dimensionamento nel periodo 2021-2023. L’unica cosa illogica in questa vicenda è il costante atteggiamento populista, da parte di chi ha a cuore tutto, tranne l’interesse degli studenti, che al contrario sono al centro di ogni azione di questo assessorato e di tutta la Giunta guidata dal presidente Francesco Rocca”.

La soddisfazione degli studenti

Ad appoggiare la scelta del Comune di presentare ricorso al Tar è anche la Rete degli studenti medi di Roma: “Da settimane  - spiega la coordinatrice Giulia Mingozzi - contestiamo la decisione della giunta regionale sull'accorpamento di numerosi istituti della Regione, e ci dimostriamo soddisfatti che anche le istituzioni si stiano muovendo sulla vicenda, a partire dal Comune di Roma. È necessario bloccare il disegno di dimensionamento scolastico che vuole tagliare radicalmente l'offerta del servizio scolastico, spesso nei territori e nei quartieri più difficili. Il dimensionamento costringerà migliaia di ragazzi a spostamenti sconvolgenti per la vita degli studenti, e ridurrà in maniera notevole l'offerta del servizio scolastico, riducendo la qualità dell'insegnamento e aggravando la già difficile situazione delle cosiddette ‘classi pollaio’".

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