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Domenica, 28 Aprile 2024
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Dopo l'Anpi anche il Pd chiede la rimozione di Marcello De Angelis: "La Regione non diventi un ritrovo di nostalgici"

I dem del Lazio hanno lanciato una petizione online

“Un nostalgico del fascismo non può rappresentare la Regione”. È questa, in sintesi, la posizione del Partito democratico del Lazio che, tramite una petizione su change.org, sta cercando di far rimuovere dalla sua posizione Marcello De Angelis, nominato di recente dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca responsabile della comunicazione istituzionale. I dem si sono quindi allineati all’Anpi di Roma che, già nei giorni scorsi, avevano chiesto la revoca della nomina.

Passato controverso

Marcello De Angelis, che è stato anche deputato e senatore, sale alla ribalta delle cronache in particolare nel 1980. Dopo la messa al bando di Terza Posizione, della quale faceva parte proprio De Angelis, il neo responsabile della comunicazione regionale era stato arrestato e detenuto per sei mesi nel carcere londinese di Brixton. L’ex direttore del Secolo d’Italia ha poi scontato altri tre anni di prigione, dal 1989, in Italia, per associazione sovversiva e banda armata.

Croce Rossa

Marcello De Angelis, così come la maggior parte dello staff di Rocca, ha lavorato anche nella Croce Rossa di cui lo stesso Rocca è stato presidente. Da ottobre 2020 ha infatti ricoperto il ruolo di responsabile cultura, eventi e pubblicazioni della Cri, nonché di portavoce del presidente nazionale. Con il nuovo incarico andrà a guadagnare 110 mila euro l’anno.

Culto del Fascismo

Per il Partito democratico del Lazio, “il culto del fascismo e di Mussolini è per noi incompatibile con qualsiasi ruolo istituzionale, figuriamoci per uno importante come quello che il presidente Rocca ha deciso di affidare a De Angelis, già membro del direttivo nazionale del movimento neofascista eversivo 'Terza Posizione', fondatore del gruppo musicale '270 bis', così chiamato per la sua esperienza processuale per associazione sovversiva e banda armata, autore e interprete di brani inneggianti al Duce”. Da qui la decisione di lanciare una petizione online per chiederne la rimozione e per fare in modo che la Regione Lazio non diventi “un raduno di nostalgici del Ventennio”.

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