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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

La vigilanza privata per difendere l'ex Città del rugby dalle occupazioni

Tra le proposte quella di attivare un tavolo inter istituzionale, anche con il Coni, per ragionare sul futuro dell'ex punto verde qualità. A breve prevista anche l'illuminazione del perimetro in funzione anti occupazione

Cosa fare per impedire nuove e durature occupazioni all’interno dell’ex Città del rugby di Spinaceto? La domanda è stata al centro di una commissione trasparenza che il 2 febbraio è stata convocata in Campidoglio. Oltre alle misure da mettere in campo, come deterrenti per l’arrivo di nuovi occupanti, la seduta è stata impiegata per comprendere quali siano, in prospettiva, le intenzioni dell’amministrazione comunale, proprietaria del complesso.

Recinzione ed illuminazione 

Sul primo punto, relativo alla messa in sicurezza dell’ex punto verde qualità, i funzionari del dipartimento ambiente hanno chiarito che si è intervenuti “per completare la recinzione” nei punti dove era stata rimossa “saldandola in modo da rendere più difficoltoso l’accesso”. Tuttavia, come i cittadini hanno già documentato, quella recinzione è stata già dissaldata in almeno un punto, sul lato della via Pontina. “Verrà nuovamente saldata” ha promesso l’architetto che, però, ha ammesso che si tratta di un mero “deterrente contro le bravate” ma che difficilmente può arginare l’ingresso di persone “seriamente intenzionate ad entrare in forma stabile”. Un altro deterrente previsto è dato dall’illuminazione del perimetro, per ora non ancora effettiva per ritardi legati all’allaccio. Lo sarà a breve. 

Bastano una nuova recinzione ed alcuni fari posizionati a supporto a garantire che il complesso non sia nuovamente occupato? Domanda retorica in quanto, com’è stato dimostrato e come continuano a ribadire i residenti, sono state avvistate diverse persone all’interno del sito, subito dopo lo sgombero. “Ho proposto di ricorrere ad un presidio di vigilanza privata” ha spiegato Federico Rocca, a margine della commissione trasparenza che presiede.

Il ricorso alla vigilanza privata

“Per gli impianti sportivi comunali, in una quindicina di casi, già facciamo ricorso ad un presidio fisso di vigilanza privata che, nel caso di nuove occupazioni nell’ex Città del rugby, potrebbe allertare subito le forze dell’ordine. È un deterrente da valutare, magari andando ad implementare il contratto già in essere con gli istituti di vigilanza privata già attivi, senza doverne fare uno nuovo”. Secondo l’assessore al patrimonio Tobia Zevi è “una strada tecnicamente percorribile” quella di avvalersi dei contratti già in essere e, di conseguenza, l’assessore ha promesso d’interessarsene. Resta però il problema di garantire la sorveglianza di un complesso “che è enorme” ha ribadito Zevi “e c’è un’oggettiva difficoltà che ci è stata rappresentata dalle forze dell’ordine quando, nei tavoli della sicurezza, abbiamo affrontato il caso: servirebbe un dispiegamento imponente”.

Cosa fare quindi, nel lungo periodo, per scongiurare nuove occupazioni, evitando d’innescare un meccanismo di continui sgomberi ed occupazioni? Fermo restando che l’amministrazione, come Zevi ha tenuto a precisare, “ha chiuso la scorsa estate la stagione dei punti verde qualità” manca completamente una visione sul futuro del complesso che, appunto, è enorme visto che si estende su una superficie di circa 300mila metri quadrati. La manifestazione d’interessi promossa dalla precedente amministrazione non ha prodotto risultanze significative e non c’è, ad oggi, un progetto concreto. 

Un tavolo per il futuro della Città del rugby

“Dovremmo provare ad attivare un tavolo -ha spiegato Zevi - Come comune possiamo approfondire le questioni legate all’urbanistica di quel luogo e chiediamo al governo se ci possa essere interesse a rilanciare quell’impianto”. Un’opzione suggerita anche dal presidente della commissione trasparenza che ha promesso di “farsi paste attiva per promuovere l’attivazione di un tavolo interistituzionale con la regione, il governo, le strutture sportive, come il Coni”. Servirà a definire se c’è un interesse ad utilizzare quel dispendioso complesso, in una realtà a finalmente a servizio dello sport.
 

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