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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Elezioni regionali, i grillini romani (e il termovalorizzatore) minano il campo largo. La palla passa a Conte

Il leader Cinquestelle si trova davanti ad un bivio: dire sì all'alleanza con il Pd nel Lazio (con Leodori presidente) e passare sopra a inceneritore e malumori, oppure ascoltare la pancia del movimento e tirare dritto da solo

Il cantiere per il campo largo alle prossime elezioni regionali è ancora in corso, ma non potrà certo durare come quelli per il Superbonus: a novembre dovrà essere tutto definito, c'è una campagna elettorale (l'ennesima) alle porte. Il termometro attuale registra temperature più miti, rispetto al gelo di pochissimi giorni fa. 

Il termovalorizzatore è il pomo della discordia tra Pd e M5S

Il tema del termovalorizzatore è il convitato di pietra, che non fa dormire sonni tranquilli a chi sta cercando di ricucire i rapporti. La notizia dell'acquisizione da parte di Ama dei terreni di Santa Palomba, borgata di Roma sud al confine con Pomezia, ha gettato benzina sul fuoco. D'altronde il governo Draghi è caduto anche e soprattutto per questo: l'inserimento dell'impianto romano da 600.000 tonnellate nel DL Aiuti. Una mossa che non è piaciuta per niente a Giuseppe Conte, leader del Movimento - oramai sempre più a sua immagine e somiglianza - e che rende indigesta l'alleanza con il Pd alla base capitolina. 

La palla sta a Conte: decide lui sul sì al campo largo

E' su questo punto che si gioca la partita, con la palla che ad oggi è costantemente nella metà campo dell'ex presidente del Consiglio: separare il piano nazionale da quello regionale e mettere in disparte il tema rifiuti, scontentando tutti i suoi consiglieri comunali e i loro militanti più vicini, oppure al contrario dar loro ascolto? Nel secondo caso sfrutterebbe l'ondata positiva delle elezioni politiche del 25 settembre (solo 3% in meno rispetto al Pd) tentando la corsa solitaria. Che solitaria al 100% non sarebbe: se il 22 ottobre l'assemblea alla Casa dell'Architettura dovesse andare bene, una buona parte del polo progressista composto da Sinistra Italiana, Verdi, Articolo 1-Mdp e magari anche Unione Popolare potrebbe arrivare a supporto già dalla sfida elettorale del nuovo anno nel Lazio. 

Lombardi e Corrado non candidabili: il punto debole del "piano" regionale

Tra i fatti a sostegno del "no" al campo largo c'è anche la posizione delle due figure che, dalla parte del M5S, più sponsorizzano e sono a guardia del "modello Lazio" istituito un anno e mezzo fa da Nicola Zingaretti e Daniele Leodori: Roberta Lombardi e Valentina Corrado, secondo le regole del Movimento, non sono più ricandidabili per il vincolo del secondo mandato. E Corrado, coordinatrice regionale dei Cinquestelle, sarebbe attualmente in grosse difficoltà nel trovare disponibilità tra i vari portavoce del territorio, in caso di alleanza con il Pd. Il "cerchio magico" di Raggi - con l'ex Sindaca che non perde occasione per tirare bordate dirette alla nave del campo largo - ta facendo muro e non sembra intenzionato a mollare la presa. 

L'assessora 5S e Zingaretti: "Non sprechiamo quanto fatto in questi due anni"

Il 19 ottobre Roberta Lombardi, assessora alla transizione ecologica, ha provato a mettere un mattoncino in più: "Non c'è possibilità di aprire un campo largo se non ci sono dentro i temi ambientali, energetici e dell'economia circolare". Non ha ha nominato il termovalorizzatore e anzi ha definito "bellissimo" l'anno e mezzo appena trascorso. "Ci sono i presupposti per poterci lavorare come abbiamo dimostrato - ha detto - mi auguro di non essere smentita dai fatti ma credo che non accadrà". 

Oggi, 20 ottobre, il presidente uscente Nicola Zingaretti ha lanciato un appello sia a Conte sia a Carlo Calenda, l'altro da convincere affinché il campo largo nel Lazio rimanga tale a piene forze: "Io faccio un appello a tutti. Come detto non sta a me entrare nel merito della discussione sul futuro candidato alla presidenza della Regione - ha detto - , però rinnovo questo appello a tutti: non buttiamo a mare i 10 anni che abbiamo alle nostre spalle. Prevalgano il bene comune, lo spirito di confronto, l'unità, il dialogo". Per Zingaretti, fresco deputato della Repubblica, "i cittadini del Lazio vogliono unità". Unità e un candidato unico, che sembra sempre di più rispondere al nome di Daniele Leodori, vicepresidente della Regione e in procinto di prenderne le redini ad interim, nei tre mesi che separeranno le dimissioni di Zingaretti e il giorno del voto.

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