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Concorsone: l'ennesimo pasticcio del sindaco Marino resuscita Gianni Alemanno

Concorsisti imbufaliti, sindacati increduli, opposizioni pronte a cavalcare l'onda sfruttando le votazioni per il bilancio. E il nuovo polverone alzato dal sindaco fa risorgere persino Alemanno

Sembrava un'impresa impossibile eppure Ignazio Marino ci è riuscito: far rimpiagere Gianni Alemanno. E' successo ieri pomeriggio in Campidoglio quando l'ex sindaco al suo arrivo è stato accolto dall'applauso di un gruppo di concorsisti rimasto sulla scala dell'Arce capitolina. I pasticci del chirurgo ligure ormai non si contano più e le denunce sul Concorsone rappresentano solo l'ultimo incredibile inciampo. Una figuraccia, l'ennesima, che oltre a riesumare Alemanno, ha aperto la strada a contenziosi giudiziari con i concorsisti, ha lasciato increduli i sindacati ed ha convinto le opposizioni più moderate che il momento è giunto: "Bisogna far cadere Marino".

BILANCIO - E' in arrivo quindi una valanga di emendamenti e ordini del giorno, circa 3000 + 3000 a consigliere. L'obiettivo è chiaro: far sì che il bilancio, in aula da lunedì prossimo, diventi una montagna insormontabile. Una montagna che però deve essere scalata necessariamente entro il 30 novembre. Se non accadrà sarà commissariamento. Nel centrodestra ha vinto quindi la linea dura. Persino la 'colomba' Belviso, che con Pomarici, Mennuni e Cantiani, dovrebbe planare nel nuovo centrodestra di Alfano, si sarebbe convinta a compiere il grande passo, andando così allo scontro.

La Belviso ieri ha sicuramente fiutato l'aria di grande scontento che c'è nei confronti di Marino. La vicenda del Concorsone ha lasciato di stucco i sindacati, sorpresi per la conferenza stampa di venerdì scorso il cui unico effetto è stato quello di generare panico e proteste a fronte di un vacuo annuncio di una decisione che sarebbe arrivata 48 ore più tardi; una vicenda che ha generato nei concorsisti una rabbia raramente vista anche durante i cinque anni di Alemanno. Una protesta che avrà conseguenze giudiziarie.

LA RABBIA DEI CONCORSISTI - Già perché le rassicurazioni del vicesindaco Nieri non sono valse a placare le paure, anzi. Portare gli atti in procura apre lo spauracchio annullamento. Così i concorsisti hanno deciso  comunque di adire le vie legali. Cinquecento le firme raccolte ieri per creare il comitato "22 procedure per la giustizia". Obiettivo è unirsi per una class action contro il Comune e l'eventuale annullamento. Nei concorsisti è forte infatti la sensazione di presa in giro. L'idea è infatti che dietro la denuncia di Marino ci possa essere un progetto ben preciso, quello di annullare le assunzioni per procedere alla stabilizzazione dei precari.

Il piano per i prossimi tre anni, siglato da quasi tutti i sindacati, appare in questo senso illuminante. Si parla infatti di stabilizzazione di precariato storico. "Molti dei precari in Campidoglio", racconta una fonte sindacale contraria al piano, "hanno già le tessere sindacali in tasca. Anche per questo a certe sigle quel piano sta bene, anche se, vista la penuria di risorse, finirà per ostacolare le assunzioni da concorso". Questa voce ieri tra i manifestanti è diventata con il passare delle ore sempre più una convinzione. "Ci costringono ad una guerra tra poveri", dice a mezza bocca un concorsista. "Parlano di merito, di legalità e poi lavorano sotto traccia portando avanti queste zozzerie. Il sindaco Marino dovrebbe solo vergognarsi a prestare la propria faccia a quest'azione".

ALEMANNO - Così, in questo clima, nel primo pomeriggio di ieri, un Gianni Alemanno incredulo è stato accolto dagli applausi dei manifestanti. Un clima inatteso che ha convinto l'ex primo cittadino ad un duro intervento contro Marino. Così oggi, in una lettera pubblicata su Il Tempo, Alemanno chiede un bagno d'umiltà al chirurgo di Genova: "Con il maxiconcorso il sindaco di Roma Ignazio Marino sta riproponendo lo stesso schema del pastrocchio della metro C, la nomina del comandante dei vigili urbani, la discarica di Falcognana e, in larga parte, la pedonalizzazione dei Fori Imperiali". Alemanno denuncia "la superficialità e l'arroganza con cui è stata gestita l'amministrazione in questi sei mesi". "È giunto il tempo - scrive - di farci tutti un bagno di umiltà e di rimettere in moto l'Assemblea Capitolina non per inseguire le sue idee utopistiche ma per dare risposte ai romani. Manca una settimana alla presentazione del bilancio e 12 giorni alla scadenza del termine ultimo per approvarlo. Lei, il Pd e i vostri alleati - sottolinea Alemanno - dovete dare una risposta alla città. Perchè in un modo o nell'altro è tempo di segnare una svolta: così non possiamo andare avanti. Preghiamo Iddio che la figuraccia mondiale del Concorsone sia l'ultima".

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