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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Acilia / Via Riserva del Pantano

"Prove deboli contro Mario Broccolo": la Cassazione chiede nuove indagini

Accolto dalla Cassazione il ricorso con il quale Mario Broccolo, il pregiudicato 50enne in cella con l'accusa di aver ucciso a coltellate Alessandra Iacullo lo scorso due maggio a Dragona, alla periferia di Roma, ha contestato la mancanza di gravi indizi a suo carico. I supremi giudici gli hanno dato ragione e hanno annullato con rinvio l'ordinanza confermativa della custodia cautelare in carcere emessa il 23 maggio dal Tribunale del riesame.

OMICIDIO DEL 1990 - Già condannato a 18 anni di reclusione per un omicidio commesso nel 1990, Broccolo, in attesa che la sua situazione sia rivalutata, rimane in prigione, ma la Suprema Corte - con la sentenza 45268 della Prima sezione penale depositata oggi e relativa all'udienza svoltasi il 27 settembre - ha segnato diversi punti a vantaggio della sua difesa affidata all'avvocato Gianluca Anastasio.

ASSENZA TRACCE EMATICHE - Ad avviso dei supremi giudici, infatti, ci sarebbe "scarsa conciliabilità tra l'attribuzione al Broccolo dell'azione omicidiaria e i contenuti testimoniali resi dal teste Spagnoli in merito all'orario in cui lo stesso sarebbe rientrato nel bar (le 22.00, dunque a distanza di non più di dieci minuti dalla consumazione del delitto, commesso in luogo non proprio prossimo all'esercizio commerciale, dato che ad andatura sostenuta viene indicato un tempo di percorrenza tra i 5 e i 7 minuti) ed all'assenza di tracce ematiche sull'abbigliamento da lui indossato nel momento del rientro".

TRAFFICO DI DROGA - Per la Cassazione, è necessario non sottovalutare che nelle indagini sul delitto di Dragona "più volte si affacciano ipotesi di traffico di stupefacenti" che suggeriscono di considerare che Broccolo potrebbe aver negato di aver parlato con la vittima su una utenza telefonica a lui riconducibile "per esigenze di autotutela".

SOSPETTI SU ALTRE PERSONE - Lo stesso tribunale, rilevano ancora gli ermellini, "afferma che Broccolo non è da ritenersi il solo soggetto su cui gravano sospetti di possibile ostilità verso la Iacullo", con la quale aveva avuto una relazione. E anche sulla affidabilità del teste Renieri - che ha riconosciuto come di proprietà di Broccolo il coltello del delitto - è lo stesso riesame, rileva ancora la Cassazione, a nutrire "dubbi".

INTEGRAZIONE ISTRUTTORIA - "Ad una prima affermazione di sussistenza della gravità indiziari, il Tribunale - scrive la Suprema Corte - ha fatto seguire una lunga serie di interrogativi (peraltro più che legittimi e ben argomentati) e di richiesta di integrazione istruttoria che appaiono tali, per numero e valore dimostrativo, da smentire il contenuto del giudizio di sussistenza dei gravi indizi poco prima formulato e che, pertanto, rappresentano un pregnante esempio di contraddittorietà".

ALTRE PISTE - Altre "piste" sono possibili - aveva scritto lo stesso riesame - tenuto conto della "notevole problematicità del contesto relazionale vissuto dalla vittima" che aveva terminato da poco un lungo rapporto con una donna sposata e che frequentava un soggetto che "era solito chiederle denaro" oltre ad avere altri contatti in chat.

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