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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Clan Gambacurta, condannato a 30 anni "zio Franco". Assolto l'ex della banda della Magliana

Salvatore Nicitra, per i magistrati diventato nel corso degli anni il "Re di Roma nord", è stato assolto

Condanne confermate e una assoluzione eccellente. Si è conclusa nel pomeriggio di martedì 19 luglio, con la sentenza dei giudici capitolini, il processo d'Appello relativo al clan Gambacurta di Montespaccato che prendeva spunto dalla maxi operazione Hampa dei carabinieri, che nel giugno 2018 portò all'arresto di 58 persone.

L'inchiesta aveva portato alla luce un sodalizio criminale al centro di una rete di rapporti con elementi apicali della 'ndrangheta, della camorra e di altri sodalizi della criminalità organizzata romana. I giudici hanno confermato la condanna a trent'anni per Franco Gambacurta, detto "zio Franco". Assolto invece Salvatore Nicitra, ex esponente della banda della Magliana e considerato dai magistrati il "Re di Roma nord".

Nella requisitoria la procura generale, con il sostituto procuratore generale Francesco Mollace e con il pm Francesco Cascini, avevano chiesto la conferma delle condanne inflitte in primo grado per gli esponenti e gli affiliati al clan: nel maggio di un anno fa, dopo le indagini della Dda di Roma, il Tribunale aveva stabilito condanne per un totale di circa 370 anni di carcere.

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In particolare, Franco Gambacurta, detto "zio Franco", ritenuto il capo, era stato condannato a 30 anni, pena confermata in appello, mentre Massimiliano Gambacurta condannato a 18 anni in primo grado ha visto la sua pena ridotta oggi a cinque anni e due mesi dopo l'assoluzione per l'accusa di importazione di droga. Ridotta ma di pochi mesi la condanna per Roberto Gambacurta che aveva avuto 13 anni e 9 mesi nel primo giudizio.

Agli imputati, a vario titolo e a seconda delle posizioni, venivano contestate le accuse di associazione per delinquere con l'aggravante del metodo mafioso in relazione agli episodi di estorsione, l'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, l'usura, il riciclaggio e l'intestazione fittizia di beni. A condurre le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che portarono oltre 70 arresti tra il 2018 e il 2019 erano stati i Carabinieri del Nucleo investigativo

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