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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Nomine nelle Asl, Rocca vuole l’ultima parola sul personale. Il Pd Lazio insorge

Cade anche il silenzio assenso: senza risposta dell'amministrazione, l'assunzione è negata. Valeriani-Droghei: "Venga a riferire in commissione su questa decisione"

Cambiano le regole nelle asl del Lazio. Il presidente Francesco Rocca, assessore alla sanità ad interim, ha deciso di accentrare su di sè le decisioni relative alle nomine di nuovo personale all'interno delle aziende sanitarie locali, sia per i contratti a tempo determinato sia per quelli a tempo indeterminato. Una decisione comunicata il 19 aprile dalla direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria ai direttori generali e ai commissari straordinari degli enti e delle aziende del sistema sanitario regionale. Il Pd, però, non ci sta. 

La decisione di Rocca sul piano assunzionale delle Asl del Lazio

Gli obiettivi di questa decisione sembrano già bene esplicitati nell'atto protocollato il 18 aprile e inviato il giorno dopo: controllare i costi del personale in una delicata fase di ridefinizione delle strutture sanitarie regionali. Si stanno facendo i conti e le assunzioni, dunque, non possono passare senza alcun tipo di filtro. E questo filtro lo vuole fare Francesco Rocca, presidente e assessore alla sanità ad interim. Quindi, dall'indizione di nuovi concorsi fino alla chiamata di chi ha vinto quelli già conclusi, passando per l'apertura di rapporti professionali con liberi professionisti, tutto dovrà passare sotto il controllo della struttura amministrativa competente. Anche le nomine dei dirigenti. 

Stop al silenzio-assenso

Viene meno, leggendo la direttiva, anche la regola del "silenzio-assenso". L'autorizzazione a un'assunzione o alla nomina di un direttore/responsabile nelle Asl e in altre strutture facenti parte del sistema sanitario regionale dovrà essere messa nero su bianco dall'amministrazione: se non arriva risposta, l'autorizzazione è "sempre da considerarsi negata". La stella polare della giunta di centrodestra, come si evince dalla direttiva dei giorni scorsi, è quella del "fabbisogno regionale". Se servono nuovi dipendenti e nuovi dirigenti, la Regione farà scorrere le graduatorie, assumere professionisti, indire concorsi. Soprattutto se il rapporto tra budget a disposizione e stipendi sarà in equilibrio. 

Il Pd: "Rocca spieghi perché in commissione sanità"

La scelta di Rocca, però, non è andata giù a tutti. Il gruppo regionale del Pd ha alzato la voce con Massimiliano Valeriani (membro della commissione sanità) ed Emanuela Droghei: "Venga in commissione a spiegare le motivazioni che lo hanno spinto ad accentrare tutte le scelte sul personale in capo a lui - tuonano i dem -. Perché visto che non siamo di nuovo commissariati si arriva a questo? A cosa servono le Asl con la loro autonomia? A cosa servono i direttori generali? Come si riuscirà a garantire un poderoso programma assunzionale con la struttura regionale attuale? Quanto tempo si perderà? C'è stato un confronto con le organizzazioni sindacali per arrivare a questo provvedimento? Insomma il presidente/assessore ad interim della sanità del Lazio venga a spiegarci le sue motivazioni". 

DOSSIER - Sanità del Lazio al bivio: svolta verso i privati o nuovi ospedali, Rocca sceglie il suo modello

Dalla Regione: "Provvedimento temporaneo, o così o sforiamo i 600 milioni di disavanzo"

In seguito alle polemiche, dall'assessorato alla sanità fanno sapere a RomaToday che quello adottato il 18 aprile è da considerarsi un provvedimento "temporaneo", che ha lo scopo di accompagnare la fase di analisi dell'assetto economico e delle risorse umane da parte dell'amministrazione: "Vanno ancora approvati i piani di fabbisogno e il budget 2023 - fanno sapere - quello da assegnare alle varie aziende. E poi va revisionata l'offerta della rete dell'assistenza. Nelle more di tutto ciò, si è deciso di fare un'attività di valutazione finalizzata a migliorare e potenziare l'offerta e in questo c'entra anche l'analisi delle assunzioni, che non è affatto una prevaricazione delle autonomie aziendali. Finita questa fase, tornerà tutto come prima". Anche la presidente della commissione sanità, Alessia Savo, ha confermato che "non si tratta di un blocco - ma di una misura volta alla razionalizzazione delle risorse. Abbiamo ereditato oltre 200 milioni di sforamento sul bilancio che peseranno sul futuro. L'organizzazione dei servizi sanitari, se non modificata, ci porterebbe a oltre 600 milioni di disavanzo nel 2023". 

(Articolo aggiornato alle 18:00 del 24 aprile 2023)

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