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No a Roma 2024, M5S alza lo scudo contro il danno erariale: ecco l'assicurazione

Nessun piano B da parte di Malagò che pare arrendersi alla decisione della Raggi. Intanto i consiglieri si cautelano contro i possibili ricorsi

Nessuna fuga in avanti, nessun piano B. Il giorno dopo il grande no di Virginia Raggi a Roma 2024 Giovanni Malagò, presidente del Coni, è parso rassegnato. Con la sindaca c'è stato un incrocio veloce, immortalato dall'ormai virale foto del baciamano. Per il resto nessun contatto, nessun tentativo di riavvicinamento. E anche dal Governo per ora non viene offerta nessuna sponda. Si attende l'atto ufficiale, la delibera, ed è lì, tra i timori dei consiglieri, che si annida la flebilissima speranza di poter andare a Losanna il 7 ottobre ed essere ancora in corsa. 

NESSUN PIANO B - Malagò appare rassegnato. "Teoricamente ci sono diversi piani B: ma non è la strada giusta. Perderemmo credibilità. In passato ci sono stati Paesi che hanno continuato a sostenere la candidatura quando ci sono stati problemi con i comuni: hanno sostituito con un commissario le prassi tradizionali. Ma io dal primo giorno ho sostenuto che questa non sia la strada giusta". Il numero uno del Coni intende quindi adeguarsi alla decisione "anche se la ritiene profondamente ingiusta" e non attacca la sindaca per il ritardo: "Se mi aspettavo scuse dalla Raggi dopo il mancato incontro di ieri? Una donna non deve mai chiedere scusa. Questo era un appuntamento fissato da molti mesi e dobbiamo rispettare i ruoli istituzional. Sono le curiose circostanze del calendario e della vita delle persone. Neanche uno sceneggiatore poteva immaginare una situazione del genere. È la vita. Resta un'amarezza infinita, questo è sicuro". 

IL GOVERNO - Prima dell'incrocio per la presentazione di Euro 2020, Malagò ha incontrato il sottosegretario Lotti. Dall'incontro, secondo indiscrezioni, sarebbe emersa una linea attendista. I margini di manovra sono bassi e di piano B non se ne parla. Una resa esplicitata anche dal premier Renzi: "Il capitolo è chiuso. Il punto impressionante è come se i grillini avessero detto: non siamo in grado di cambiare le cose". Il governo non ha intenzione "di fare atti di segno contrario" alla decisione del Campidoglio. "Rispettiamo il voto dei romani. Ha vinto Raggi, immagino che abbia il sostegno dei consiglieri. Ora dovranno giustificare la loro marcia indietro ma noi non intendiamo fare Olimpiadi contro l'amministrazione che deve ospitarl". 

LA DELIBERA - Cerino in mano ai consiglieri quindi e qui entra in gioco la paura che, nonostante le paroli rassicuranti di Daniele Frongia di mercoledì, ha investito numerosi esponenti pentastellati in Campidoglio. La paura è che il danno erariale possa ricadare su di loro. Da qui i messaggi rassicuranti lanciati ieri nelle chat interne da parte di Alessandro Di Battista. Il deputato anche pubblicamente ha "ringhiato" contro Malagò, definendolo "coatto". E ieri Raggi e Frongia si dichiaravano pronti "a reagire in caso di richiesta di danno erariale". Insomma si levano gli scudi, dietro i quali però i consiglieri fanno i loro passi. Il primo è stato chiedere una consulenza all'avvocatura capitolina per capire se il rischio c'è e quindi se l'atto va bene. Il secondo è stato quello di cautelarsi muovendosi per stipulare una polizza assicurativa con Adir, la compagnia assicurativa partecipata dal Comune. In pratica pagato 700 euro all'anno si ottiene da qui ai prossimi due anni la copertura per eventuali rischi di danno erariale. Tradotto: laddove fosse stabilito che il passo indietro votato in consiglio comunale abbia provocato un danno erariale, a pagare sarebbe Adir, ovvero i romani. 

I TEMPI - Gli effetti di questa paura però potrebbero dilatare i tempi di approvazione della delibera. In aula era attesa per martedì, ma la stipula dei documenti potrebbe far slittare il voto a giovedì. Anche per questo sarebbe pronta una lettera della sindaca Raggi al Cio per chiarire e ribadire che il Comune di Roma non vuole le Olimpiadi. 
 

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