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Olimpiadi Roma 2024, il 'no' di Raggi è ufficiale: "È da irresponsabili"

La sindaca lo ha annunciato nel corso di una conferenza stampa in Campidoglio: "È già pronta una mozione che verrà votata dall'Aula". E' saltato invece l'incontro con Malagò: "Abbiamo aspettato 40 minuti"

Più che un 'no' alle Olimpiadi di Roma 2024, quello annunciato oggi da Virginia Raggi è suonato come uno stop alla politica dei "grandi eventi" per la capitale. "È da irresponsabili dire di sì" ha esordito la sindaca, accompagnata dal suo 'vice' Daniele Frongia, ufficializzando una posizione che nelle ultime ore era ormai stata data per certa anche dal leader del M5S Beppe Grillo. "Diciamo 'no' alle Olimpiadi del mattone. Questa è la nostra posizione" le sue parole. Una decisione condivisa. All'annuncio della prima cittadina tra gli assessori e i consiglieri pentastellati, seduti in prima fila, scatta un applauso.

Il motivo del 'no' non è nel progetto per Roma 2024 contenuto nel dossier presentato nel febbraio scorso dal Comitato olimpico e sottoposto al Cio, che nel corso della conferenza stampa non è stato nemmeno menzionato. Piuttosto nell'eredità rappresentata per Roma e per altre città da questo genere di eventi. "La gestione commissariale del debito romano ha ancora in carico un miliardo di euro per gli espropri per i Giochi del 1960. Quelli per i Mondiali del '90 abbiamo finito di pagarli nel 2015. Il mutuo dei Giochi invernali del 2006 di Torino lo stiamo ancora versando". Nel mirino anche i Mondiali di Nuoto che hanno lasciato alla capitale la grande opera incompiuta delle Vele di Calatrava a Tor Vergata, che il dossier olimpico di Roma 2024 tentava di far resuscitare.

La prova, per Raggi, è contenuta in uno studio dell'Università di Oxford che mostra "come quasi sempre i costi preventivi hanno subito nel tempo un notevole incremento. Nella tabella presentata con una slide ai giornalisti c'è Montreal (1976) dove la spesa è lievitata del 720%, Barcellona (1992) 266%, Atlanta (1996) 151%, solo per citare alcuni esempi. "Con le Olimpiadi si chiede ai romani e agli italiani di assumere altri debiti e noi non ce la sentiamo. Proprio come hanno fatto i sindaci di Boston, Amburgo e Madrid, io sono il sindaco di Roma e questa è la mia valutazione: le Olimpiadi non sono sostenibili e portano solo debiti".

In suo supporto Raggi scomoda anche l'ex premier dell'austerity Mario Monti che nel 2012 disse di 'no' alla candidatura di Roma ai Giochi del 2020. L'attacco politico è verso Matteo Renzi e il Partito democratico: "Nel 2012 il debito italiano ammontava a 1.928 miliardi, oggi è salito a 2.250. Quando lo disse Monti era una scelta responsabile, oggi no". In ogni caso, il messaggio di Frongia al Governo, "spero non ci siano ritorsioni". Tra le critiche avanzate, oggetto di dibattito mediatico proprio negli ultimi giorni, la mancata convocazione di un referendum per chiedere ai cittadini di esprimersi. "Lo hanno già fatto con il ballottaggio con cui mi hanno eletta" si è giustificata la sindaca, "dal momento che Giachetti lo trasformò in un vero e proprio referendum sulle Olimpiadi". Paura di un procedimento per danno erariale? Nemmeno. "Quello c'è ed è relativo ai grandi eventi passati" taglia corto Frongia.

L'atto formale, e quindi l'ufficialità, arriverà con il voto dell'Assemblea capitolina: "È già stata depositata una mozione che impegna il Sindaco e la sua Giunta a ritirare l'impegno della candidatura olimpica" spiega. Con questo provvedimento, quindi, l'amministrazione Raggi intende fare un passo indietro rispetto a quanto espresso nella mozione del giugno del 2015 che invece dava il suo parere favorevole. Anche in quell'occasione i quattro consiglieri pentastellati, tra cui Raggi e Frongia, votarono contro.

Fine della "tregua olimpica" che ha imposto il silenzio durante le competizioni di Rio, fine dei Giochi. La tensione con i vertici del Comitato promotore è risultata palpabile fin da prima dell'annuncio ufficiale. Lo stop, infatti, è arrivato senza alcun confronto con la sindaca. L'incontro con il numero uno del Coni Giovanni Malagò, con la coordinatrice generale del Comitato promotore, Diana Bianchedi, e il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli in programma per questo pomeriggio alle 14.30, poco prima della conferenza stampa con i giornalisti nella sala della Protomoteca in Campidoglio, è saltato.

"Abbiamo aspettato quaranta minuti nell'anticamera dell'ufficio del sindaco ma non si è presentato nessuno. Solo un membro dell'ufficio stampa" ha spiegato Bianchedi lasciando il Campidoglio. "Sono amareggiata" ha poi commentato. "Il sindaco di Roma avrebbe dovuto dedicare al mondo dello sport un po' più di attenzione e rispetto" la posizione di Malagò. "Ho avuto un contrattempo" la replica a distanza di Raggi. "Solo qualche minuto di ritardo: mi dispiace che abbiano deciso di andare via perché il tempo per l'incontro ci sarebbe stato". 

No alle Olimpiadi, quindi, ma non allo sport "che amiamo". E ancora: "Lavoreremo per migliorare il quotidiano, la qualità della vita dei romani". Raggi snocciola qualche progetto da offire alla sala gremita di giornalisti. Il più corposo, quello delle Vele di Calatrava a Tor Vergata. L'impianto incompiuto, che avrebbe dovuto ospitare i Mondiali di Nuoto del 2009, era uno dei 'piatti forti' del dossier olimpico che, con un investimento stimato in circa 400 milioni di euro, prevedeva di terminarlo. Al suo fianco sarebbe dovuto sorgere anche il Villaggio Olimpico.

"La 'Città del Nuoto' diventerà la 'Vela della Conoscenza' grazie ad un accordo con l'Università di Tor Vergata" che però, ha specificato poi Frongia, "non è ancora stato firmato". I particolari del progetto e i costi, infatti, "verranno comunicati più avanti". Il Tre Fontane "diventerà invece un impianto paralimpico". L'alternativa dell'amministrazione Raggi viene riassunta così: "Sistemeremo gli impianti esistenti, li renderemo accessibili ai cittadini e con tariffe più basse". I soldi non arriveranno dall'evento 'straordinario' Olimpiadi, "questa è la promessa che è stata ripetuta dal 1955 ad oggi" il commento di Frongia. "Per i finanziamenti stiamo lavorando, stiamo valutando caso per caso. Contiamo di ottenere risorse dalla riduzione degli sprechi e dall'adeguamento delle tariffe versate per l'utilizzo di questi impianti". 

La replica infuocata di Malagò arriva poco dopo, nel corso di una conferenza stampa convocata al Coni: "Andremo avanti fino a un no formale. Si devono assumere le loro responsabilità" il commento di Malagò. L'affondo non manca: "Non tirassero fuori quelle motivazioni perché Wikipedia non è aggiornata e gli uomini di sport lo sanno molto bene. Consiglio alla sindaca di non presentare quella mozione in Consiglio comunale. Parla di città come Amburgo e Boston che non sono mai state ufficialmente candidate. Spero siano errori fatti in buona fede ma è imbarazzante". L'incontro ravvicinato tra Raggi e Malagò dovrebbe arrivare domani quando la sindaca andrà al Foro Italico per la conferenza stampa di presentazione del logo di Euro 2020. 

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