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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Marino game over. Dimissioni del sindaco, degli assessori o mozione di sfiducia: ecco cosa succede dopo

Con la mozione, presentata e votata in consiglio, Marino non ha davvero scampo. Con le dimissioni ha 20 giorni per ripensarci

Le dimissioni di Ignazio Marino aprono scenari nuovi per la città di Roma. A 60 giorni dal Giubileo la città Eterna rischia di trovarsi senza sindaco. A livello di immagine aprire l'anno santo senza il rappresentante ufficiale della città che lo ospita è un grosso rischio. Tuttavia il precipitare della situazione rende praticamente certo che ciò accada. E' quindi giusto chiedersi cosa accadrà. Tre gli scenari al momento per il Game Over di Ignazio Marino: le sue dimissioni, quelle degli assessori o il voto di una mozione in consiglio

DIMISSIONI DI MARINO - LA LEGGE - Da un punto di vista legislativo a regolare la gestione delle dimissioni del sindaco è il Testo Unico per gli Enti locali. All'articolo 53 il Tuel stabilisce che le dimissioni presentate dal sindaco diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio. In tal caso si procede allo scioglimento del rispettivo consiglio, con contestuale nomina di un commissario. Lo scioglimento del consiglio comunale determina in ogni caso la decadenza del sindaco e della rispettive giunte.

DIMISSIONI DEGLI ASSESSORI - Se si dimettono gli assessori e il sindaco no, il buon senso porterebbe alle dimissioni del primo cittadino. Di regola però lo stesso sindaco potrebbe creare una nuova giunta, evidentemente però non politica, e provare ad andare avanti. Quest'ultima ipotesi è però assai remota. 

MOZIONE DI SFIDUCIA - In caso di mozione di sfiducia cambiano leggermente gli scenari. Innanzitutto Marino e la giunta dovrebbero essere sfiduciati da  almeno due quinti dei consiglieri assegnati, senza computare a tal fine il sindaco. "La mozione viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene approvata, si procede allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario ai sensi dell'articolo 141".

In pratica con la mozione Marino non ha davvero scampo. Con le dimissioni ha 20 giorni per ripensarci

VOCI - In parlamento, fonti PD, raccontano dell'intenzione di nominare un commissario che possa portare la Capitale fino alle elezioni di primavera. Roma voterebbe così insieme alle altre grandi città. La figura individuata sarebbe quella di Frano Gabrielli, uomo di fiducia di Renzi e ben visto anche in Vaticano. 

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