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Marino game over: il sindaco al passo d'addio. Il Pd l'ha scaricato

Sabella: "Appena ci sarà qualche decisione da parte sua ne prenderemo atto". Pressing del Pd. Durante la giunta si dimettono Causi, Esposito e la Di Liegro

Il sindaco Marino è al passo d'addio. Dopo le sfibranti polemiche delle ultime settimane, culminate con la bufera scatenata dopo la pubblicazione delle sue spese di rappresentanza, il commissario del Pd romano, Matteo Orfini, garante del primo cittadino con Renzi, ha deciso di mollare il chirurgo di Genova. Così, alle 12 è stata convocata una riunione straordinaria di Giunta. A precederla una ridda di voci sulle possibili dimissioni di Marino e su possibili dimissioni in massa degli assessori che compongono la giunta.

DIMISSIONI DI 3 ASSESSORI - Durante la riunione, allargata a consiglieri Pd e presidenti di Municipio, il sindaco Ignazio Marino ha chiesto ai propri assessori chi se la sentisse di continuare con lui. Come risultato il vicesindaco Marco Causi, l'assessore ai Trasporti, Stefano Esposito e la responsabile del  Turismo, Luigina Di Liegro, gli hanno comunicato le proprie dimissioni. Il sindaco invece, dal canto suo, sembra al momento non voler mollare. Inizialmente si era diffusa anche la notizia delle dimissioni di Rossi Doria, assessore alla scuola che ha però spiegato: "Non ho usato la parola dimissioni. Ho fatto una riflessione chiedendo a tutti se, dato che siamo in democrazia, c'è o meno una maggioranza per governare. Una riflessione che è ancora in corso".

Al termine della riunione di Giunta Marino ha convocato i consiglieri di maggioranza per riferire di quanto emerso nel corso della riunione con gli assessori. Nel corso dell'incontro intenzione del primo cittadino era quella di sondare gli umori di chi dovrebbe continuare a sostenerlo. In tanti hanno già espresso la loro decisione di non votare più gli atti della giunta. La riunione però, prima annunciata, è poi saltata. I consiglieri infatti sono stati convocati da Matteo Orfini. che prima però ha incontrato i dieci assessori. Un segnale, quest'ultimo, che sembra preludere al venir meno della maggioranza.

CAUSI AL TERMINE DELL'INCONTRO CON ORFINI - Al termine della riunione il vicesindaco Marco Causi insieme ad Alfonso Sabella hanno deciso di andare in Campidoglio per comunicare a Ignazio Marino la richiesta di dimissioni da primo cittadino di Roma. Anche se Marco Causi parlando con i giornalisti non si sbilancia: "Siamo stati incaricati di portare al sindaco le valutazioni politiche svolte durante questa riunione. Per correttezza e per rispetto verso Marino non le anticiperò. Ci vediamo al termine dell'incontro con Marino in Campidoglio". Alla domanda esplicita se Roma abbia ancora un sindaco, Causi ha risposto: "Questo non ve lo posso dire ora. Ora si tratta di salvare le cose buone che ha fatto questa amministrazione". I giornalisti insistono, si fa con Marino o senza Marino? "Si fa con la politica", si è limitato a rispondere Causi.

 SFIDUCIA DI SEL E ULTIMATUM A MARINO - A togliere i dubbi sull'esistenza di una maggioranza una telefonata tra Paolo Cento, coordinatore di SEL a Roma, e Matteo Orfini, commissario cittadino del PD. A quanto apprende l'agenzia Dire da ambienti capitolini, Cento ha chiarito che se non ci sarà da parte di Ignazio Marino un gesto di chiarezza rispetto alla crisi che investe l'amministrazione capitolina, è pronta a mettere in campo atti concreti per la sfiducia al primo cittadino. Orfini e Cento avrebbero stretto un patto che suona più o meno così: "Lanciamo un ultimatum a Marino. Si dimetta o voteremo compatti insieme una mozione di sfiducia".

Paolo Cento al termine della segreteria del Partito e  prima dell'incontro con il commissario del gruppo capitolino del Pd, Matteo Orfini ha quindi dichiarato: "Sono convinto che da Marino ci sarà quell'atto di responsabilità che ci aspettiamo, con le sue dimissioni. Se così non dovesse essere valuteremo se presentarci in Consiglio con una mozione di sfiducia prettamente politica". 

SABELLA IN MATTINATA - A confermare indirettamente le voci circolate in mattinata era stato l'assessore Sabella che spiegava: "Ignazio Marino ha vicina tutta la Giunta. Chiaramente se vorrà prendere delle decisioni ne prenderemo atto. Che aria tira? Tira l'aria che tirava ieri sera- ha aggiunto Sabella uscendo dal Campidoglio- Io non sono un politico, quindi questo tipo di valutazioni non dovete chiederle a me".

ESPOSITO - Ad usare parole franche, alle 12, Stefano Esposito (poi dimissionario) che, come riporta AskaNews, conversando a Palazzo Madama spiega: "E' probabile" che l'avventura di Marino alla guida del Comune di Roma stia per finire, ma le modalità le deciderà lui perché "a un condannato a morte si concede la scelta". "E' probabile, per quanto riguarda la modalità vedremo, è lui che decide, è lui il Sindaco". La prospettiva, adesso, spiega Esposito è quella "di un commissario con voto a maggio". Esposito ha precisato che al momento lui non ha rassegnato le dimissioni da assessore.
 

COSA SUCCEDE SE CADE MARINO?

Inutile il 'dribbling' tentato ieri sera dal sindaco che con una nota prima e un video poi ha annunciato l'intenzione di "regalare" (le sue parole), "restituire" (di fatto), i 20.000 euro di spese di rappresentanza.

Secondo quanto riportato da AskaNews, che cita fonti parlamentari del PD, Ignazio Marino si dimetterà. Il comune dovrebbe tornare al voto in primavera, nel frattempo la Capitale sarà affidata a un commissario, con ogni probabilità - riferiscono le stesse fonti - al prefetto di Roma, Franco Gabrielli.

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